Boris Eifman compie 70 anni

Oggi Boris Eifman, che viene considerato il più grande coreografo russo vivente, compie settant’anni. E si può proprio dire che la sua sia una vita per la danza. Ha infatti iniziato giovanissimo a firmare le prime realizzazioni: nel 1970, quando aveva appena ventiquattro anni, coreografò Icarus: due anni dopo Gayané, su musica di Kachaturian e infine, sempre per il Kirov, la sua prima “casa”, una versione dell’Uccello di fuoco.

Ma nel 1977, Eifman decise di abbandonare il “porto sicuro” del grande teatro, forse per lui troppo codificato in rigidi schemi, per fondare il Nuovo Balletto di Leningrado. Questa compagnia venne subito malvista dal regime perché non incarnava il cosiddetto “spirito sovietico”. Ciononostante, riuscì a iniziare e proseguire la sua attività con numerose tournée in patria, pur non ricevendo sovvenzione alcuna da parte dello Stato. In seguito, dopo molti anni e molte mutazioni, questa compagnia sarebbe divenuta l’Eifman Ballet (del quale si possono trovare tutte le informazioni sul sito www.eifmanballet.ru/en/. Questo ensamble riuscì ad affermarsi anche internazionalmente, verso la fine degli anni Ottanta, dopo l’esordio parigino al teatro degli Champs Elysées di Parigi.

Sul sito Russia Beyond the Headlines di oggi è apparsa una bella intervista al coreografo, che ci assicura di avere ancora molta energia creativa (I miei primi settant’anni e quella voglia irrefrenabile di continuare a creare). Ne prendiamo atto con molto piacere anche se ci resta il difficile compito di tentare di descrivere lo stile, l’estetica e gli interessi narrativi di un coreografo molto fuori dagli schemi tradizionali del balletto del suo Paese, ammesso che, nell’era delle star di caratura mondiale e del continuo interscambio di informazioni attraverso Internet, queste caratterizzazioni geografiche abbiano ancora senso. Comunque, cominciamo dalla tipologia di spettacolo che Eifman predilige proporre, ovvero il balletto narrativo a serata intera nell’epoca in cui sembra vengano prediletti balletti di venti/trenta minuti al massimo.

red giselle
Giselle Rossa (Red Giselle)

Poi, soprattutto, dal punto di vista delle trame il coreografo nato in Siberia predilige temi fortemente drammatici, che mostrano un notevole interesse per la psicoanalisi (paranoia, allucinazioni, disperazione in tutte le sue sfumature). Un esempio? Il balletto Giselle Rossa racconta la storia – prendendo spunto dalla realtà e drammatizzandola – della vicenda della grande ballerina Olga Spessivtseva, che venne costretta dall’amante, sanguinario agente dell’NKVD (antenato del più famoso KGB) ad assistere a torture e altre nefandezze. Questo la portò a soffrire di disturbi mentali e a identificarsi totalmente nel personaggio di Giselle, che peraltro interpretava magistralmente.

Infine, lo stile. Quello di Eifman è difficile da definire, perché offre una sintesi di danza d’avanguardia, linguaggio accademico, recitazione, con incursioni in tutti i generi possibili immaginabili. Il risultato è qualcosa di fortemente teatrale, di grande impatto scenico che, evidentemente, dato il successo della compagnia, ben si accorda con i gusti dello spettatore russo (e non solo).

Altre sono state e sono le fonti di ispirazione del coreografo: la grande letteratura russa con L’Idiota, Onegin, Anna Karenina e Il Maestro e Margherita; la vita di grandi maestri della musica, ad esempio con il balletto Tchaikovski. In Un Amleto Russo (1999), poi, Eifman si lancia in un ardito parallelo fra la figura del principe danese cantato da Shakespeare e quella del figlio di Caterina la Grande, il futuro zar Paolo I, che vide l’assassinio del padre, ebbe visioni nelle quali seppelliva la madre e vide quest’ultima cedere alla Danimarca il territorio che gli sarebbe spettato in eredità (v. balletto.net).

Numerose le onorificenze, fra cui il titolo di Artista del Popolo (una sorta di “cavalierato” culturale tipicamente russo).

Siamo lieti di augurare buon compleanno a questo grande personaggio e – forse in questo caso è proprio il caso di dirlo – cento di questi giorni!

Trailer ufficiale del balletto Chaikovski

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