Grandi Momenti di danza alla Scala?
I ballerini della Scala continuano il loro lavoro dietro le direttive del direttore Manuel Legris che dopo la programmazione di Giselle, giovedì 25 febbraio su RAI 5 ha presentato uno spettacolo intitolato “Grandi Momenti di danza”.
Se le parole hanno un peso, un titolo come questo avrebbe dovuto davvero regalare al pubblico grandi momenti di danza, ma francamente l’ora di balletto a cui si è assistito di grande danza ne aveva poca.
Non penso di essere la sola a conoscere il significato dell’aggettivo grande che promette qualcosa che supera notevolmente i valori o le dimensioni o le proporzioni consuete. Si parla di grande ingegno per personaggi come Albert Einstein, si parla di grande liricità quando si allude a Dante o Petrarca, si parla di grande danza quando si ricordano Nijinsky e Nureyev.
Certo i titoli nel cartellone scaligero erano quelli del grande repertorio classico, dalla Sylphide a Le Corsaire, da Le spectre de la rose a Excelsior, ma i grandi titoli non bastano se dietro non ci sono delle esecuzioni degne. Il che significa che i vari brani oltre a necessitare di una perfetta esecuzione, richiedono anche i danzatori appropriati nel giusto ruolo.
Galà con titoli come quelli presentati giovedì non funzionano più, in primis perché i tempi sono cambiati da ben bene e da un galà del 2021 ci si aspetta di vedere anche qualche brano firmato Forsythe, Kylián, Preljocaj, e poi perché in questo momento i ballerini del Balletto alla Scala sembrano non essere valorizzati per quello che valgono davvero, il che fa rendere le loro performance al 50%. C’è stato un notevole cambiamento con questa nuova direzione, e, spiace dirlo, è stato un cambiamento in peggio. Primi ballerini e solisti si ritrovano spesso a danzare ruoli a loro non congeniali che mettono in discussione le loro capacità espressive (quando ci sono).
Sono davvero poche le stelle che brillano fra le nuove leve, la maggior parte di primi ballerini e solisti del primo teatro italiano, ahimè, sanno esprimere poco.
Per concludere, di quanto si è visto in tv, possiamo salvare solo i due brani di taglio contemporaneo i cui interpreti ci hanno regalato un’ottima performance. Nello specifico dobbiamo fare un plauso al trio Vassallo-Risso-Fagetti, brillanti esecutori di Sentieri di Philippe Kratz, e alla coppia Losa-Corrado, nel sensuale passo a due dal II atto di Progetto Handel firmato Bigonzetti.
Bene anche la coppia Manni-Adrianshenko nel gran passo a due del III Atto di Don Chisciotte. All’aitante ballerino russo si è notata solo qualche imprecisione nelle chiusure, forse dovuta ad una non perfetta forma fisica.
Francesca Camponero
[In alto Celeste Losa e Gabriele Corrado]