Una grande Lucenti per Il Maestro e Margherita alla Tosse

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Foto di D. Aquaro

Pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista Москва (in italiano “Mosca”) tra il novembre del 1966 e il gennaio del 1967, cinquant’anni fa, è anche uno di quei libri che compare puntualmente nelle liste di libri consigliati, come quelle dei romanzi da leggere prima di compiere 25 anni. Stiamo parlando de Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, senza dubbio uno dei dieci migliori libri a cui ispirarsi per una festa a tema in cui compare il diavolo, un libro che Montale definì: “Un miracolo che ciascuno deve salutare con commozione“. Ebbene questo miracolo grazie al Teatro della Tosse è diventato un piece teatrale che ha debuttato venerdì 2 febbraio e rimarrà in scena fino a domenica 11. Un lavoro costruito a quattro mani dalla collaborazione fra Emanuele Conte e Michela Lucenti, una collaborazione fruttifera e, oramai possiamo anche dire, vincente che ha avuto il suo exploit con l’Orfeo Rave della scorsa stagione.

Ma se l’Orfeo Rave era uno spettacolo dirompente, adrenalinico e visionario fino all’eccesso, Il Maestro e Margherita, pur avendo con l’altro il comun denominatore del surreale che si consuma in una grande forma rituale in cui domina la danza sfrenata e sensuale, è uno spettacolo riuscitissimo elegante e raffinato.

1614616533Sin dal primo momento in cui lo spettatore entra in sala viene catturato dalle note al pianoforte suonate da Gianluca Pezzino, straordinario musicista-attore-cantante con molte affinità a Lindsey Kemp. Nel frattempo tra il pubblico si aggira un personaggio strano dal volto truccato come The Joker, il terribile rivale di Batman che si avvicina agli spettatori sussurrando loro qualcosa alle orecchie. Quando si apre il sipario ed arriva lui, Voland, alias Maurizio Camilli, inizia la storia che come sappiamo racconta due diverse storie: quella ambientata a Mosca negli anni Trenta del Novecento e l’altra ambientata a Gerusalemme, ai tempi del prefetto romano Ponzio Pilato.

I capitoli del libro dedicati all’una e all’altra si alternano dall’inizio alla fine e certamente non era impresa facile tradurre drammaturgicamente tutto ciò senza creare confusione, ma Conte e Lucenti sono stati abilissimi anche in questo e lo spettacolo scorre fluido in un crescendo emozionale.

1533809492Bellissimo il primo duetto d’amore tra Margherita e il Maestro, una vera chicca di danza in cui la Lucenti si esprime come sempre al massimo in tutte le sue capacità tecniche ed espressive. La sua prestanza fisica che, se fossimo al cinema, diremmo “buca lo schermo”, qui a teatro convertiamo esprimendo così: è un faro che fa brillare il palcoscenico. Dolce, passionale ed appassionata Michela coinvolge Andreapietro Anselmi, l’attore che intepreta il Maestro, in un passo a due incantevole, che unisce movimenti da bambola meccanica a quelli di danza classica, volgendo fino a quelli più terreni della danza contemporanea.

Ed è indubbiamente intorno al personaggo di Margherita che ruota tutto il lavoro dei due registi e diventa il cardine di tutta la vicenda. Margherita amata dal Maestro, ma Margherita anche reginetta del ballo alla corte del Diavolo, anche lui sedotto da questa creatura tanto delicata quanto forte nel voler ottenere quello che vuole a tutti i costi.

258799273Voland è il diavolo, il deus ex machina della storia (ricordiamo che a questo personaggio è ispirata la famosissima canzone dei Rolling Stone “Sympathy for the Devil”, uscita nel 1967, cioè poco dopo la prima pubblicazione di Il Maestro e Margherita in inglese), ma Margherita sia pur coinvolta nella varie peripezie dei personaggi che le stanno attorno, come il gatto Behemoth, la strega Hella, i servitori Korov’ev e Azazello, è la star di un baraccone dai connotati un po’ felliniani in cui si mettono in vista gli ottimi elementi della compagnia Balletto Civile, nonchè il bravo Pietro Fabbri (Rimskij) che ballerino non è, ma che la Lucenti ha saputo trasformare anche in questo.

Una scena sabbatica accesa e colorata che vede contorcersi corpi quasi completamente nudi che Margherita dall’alto di un trono rosso ed oro osserva passiva e imperturbabile per arrivare al suo fine: la pace eterna del suo amato. La sua richiesta sarà accettata dal Diavolo e Margherita può così incontrare per l’ultima volta il Maestro.

Un tulle separa i due amanti che si troveranno nell’aldilà. Margherita lo sa, ci crede, non smette di amare e canta Tu me fais tourner la tête. Una voce bella, calda e prorompente quella della Lucenti (anche ottima cantante) le cui parole della canzone tradotte dal francese “La mia cavalcata per me sei tu. Sono sempre alla festa quando mi tieni tra le braccia. Vorrei andare in giro per il mondo . La terra non è abbastanza rotonda per farmi venire le vertigini quanto te“ ecc. ecc. chiudono lo spettacolo con la certezza che contro l’amore neanche il diavolo può nulla.

Francesca Camponero

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