L’ultima fatica letteraria di Francesca Camponero dedicata al rapporto fra Shakespeare e il balletto

I lettori di InformaDanza, nel corso degli ultimi anni, hanno avuto modo di comprendere quanto la danza sia importante nella vita di Francesca Camponero. E quanto questa passione debba essere raccontata. Fa parte del suo spirito, del suo carattere, del suo modo di essere. La chiusura dei teatri, impedendole la visione e il racconto degli spettacoli dal vivo, non poteva che portare a un incremento della sua produzione letteraria: gli spunti da cogliere sono, d’altra parte, pressoché infiniti.
Questa volta, il nesso è fra l’opera di William Shakespeare e la danza. Due mondi che non potevano non incontrarsi: il bardo inglese scriveva per il teatro e indagava i grandi temi dell’essere umano; il balletto, specie quello romantico, veniva allestito per il teatro e, con esso, grandi musicisti e grandi coreografi rappresentavano i grandi temi dell’essere umano. Quindi… era ovvio che due linguaggi, due modi di affrontare gli stessi argomenti e le stesse situazioni, prima o poi entrassero in contatto.
Di seguito riportiamo il testo dell’intervista che Francesca Camponero ha rilasciato a Roberto Iovine, direttore della rivista cartacea e online L’Invito, pubblicazione musicale dell’associazione Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Nicolò Paganini di Genova. 

Era il 1980 quando al Teatro Taglioni di Nervi nell’ambito dell’indimenticabile Festival del Balletto la Compagnia di Stoccarda mise in scena Romeo e Giulietta, musica di Prokof’ev, coreografia di John Cranko, interprete principale Marcia Haydée. Un grande spettacolo e certamente una delle riletture coreografiche più affascinanti dello straordinario dramma uscito dalla penna del Bardo.
Quello spettacolo di ormai quarant’anni fa, torna alla mente, stimolato dalla lettura di I capolavori di Shakespeare a passo di danza, un nuovo libro di Francesca Camponero.
Genovese, giornalista, critica di danza, Francesca Camponero ha alle spalle diversi importanti studi sul mondo del balletto non ultimo L’arte della danza in quattro volumi.

Da cosa è nata l’idea di questo ultimo libro?
“Ho letto recentemente un interessante testo sui rapporti fra Shakespeare e il teatro verdiano e mi è venuta la curiosità di fare una indagine sul teatro shakespeariano visto dai coreografi. Una ricerca che mi pare non sia stata fino ad oggi avviata e che rivela elementi interessanti”.

Il libro, un centinaio di pagine, racconta dunque con stile fluido e agile le fortune ballettistiche di Shakespeare soffermandosi in particolare su alcuni titoli: La bisbetica domata, Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, Otello, Il racconto d’inverno, La tempesta, e, infine, in un più rapido giro d’orizzonte, Amleto, Macbeth, Antonio e Cleopatra.

Shakespeare a passo di danza: non è sempre impresa facile….
“Esatto e non a caso solo alcuni titoli hanno avuto indubbia fortuna nella trasposizione ballettistica. Penso, naturalmente, a Romeo e Giulietta, una storia che non poteva non affascinare musicisti e coreografi. E infatti vari grandi artisti si sono cimentati con i due celebri amanti. Su tutti va ricordato John Cranko la cui interpretazione risale al 1962 con il Balletto di Stoccarda. Ma successivamente sarebbero arrivate anche le riletture di Kenneth MacMillan e  di Rudolf Nureyev con il London Festival Ballet. Quante étoile hanno vestito i panni di Giulietta: cito Elisabetta Terabust, Carla Fracci, Sylvie Guillem”.

Francesca Camponero

In effetti Romeo e Giulietta ha ispirato tante partiture straordinarie: oltre a Prokof’ev si potrebbe ricordare la stupefacente sinfonia drammatica con soli, coro e orchestra Giulietta e Romeo di Berlioz senza dimenticare le opere di Bellini, di Gounod, di Zandonai e persino il musical di Bernstein (West side story) a dimostrazione della universalità della storia d’amore dei due giovani amanti di Verona. Invece, nonostante abbia avuto trasposizioni teatrali importantissime (pensiamo a Rossini e soprattutto a Verdi), Otello nel balletto ha raccolto meno consensi…
“Accanto a Romeo e Giulietta i coreografi hanno mostrato interesse soprattutto per il Sogno di una notte di mezza estate e per La bisbetica domata. Ci sono però drammi che sono senza dubbio più difficili da tradurre in gestualità e Otello è fra questi. Chi lo ha affrontato, spesso lo ha fatto isolando degli elementi, concentrando la propria attenzione su alcuni personaggi. Ad esempio il coreografo messicano José Limon nel 1949 realizzò The Moor’s Pavane, un lavoro coreografico per quattro danzatori su musica di Purcell; della tragedia shakespeariana vennero conservate solo le coppie Otello e Desdemona e Iago e Emilia ed  il balletto è costruito genialmente sulle atmosfere e la raffinatezza della danza antica utilizzata, la pavana. Un’altra rilettura interessante è quella di Michela Lucenti che pone la propria attenzione sulla figura femminile di Desdemona così come in Amleto si dedica a Ofelia”.

Un libro insomma godibile che offre un interessante spaccato di storia della danza ripercorrendo, attraverso Shakespeare, le creazioni di alcuni fra i maggiori protagonisti del balletto del Novecento. Edito da GEDI, prezzo di copertina 14 euro, il libro è acquistabile  su feltrinelli.itamazon.itmondadoristore.itsanpaolostore.it; libreriauniversitaria.it  e in generale su tutte le piattaforme online.

[Nella foto in alto La Bisbetica Domata di Maillot per il Balletto di Montecarlo]

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