Con il bis del Lago si conclude la grande stagione di danza del San Carlo

Da poco si è chiuso il sipario del Teatro di San Carlo sulle repliche de “Il lago dei cigni” ma già tutte le attenzioni si sono indirizzate verso i prossimi appuntamenti.

Liudmila Konovalova (foto di Francesco Squeglia)

Mai come in questi mesi la danza al Teatro di  San Carlo ha riportato la gente in platea, riempiendo palchetti solitamente deserti. Qui Giuseppe Picone, il direttore napoletano del suo teatro natio, ha riportato il giusto entusiasmo in città, avvicinando l’austero edificio dell’élite a quel popolo della danza di giovani e di turisti che si mescolano sempre più agli attempati abbonati della tradizione. Un mix di gioventù e professionismo che incuriosisce ancor più gli osservatori di queste serate sancarliane. A cominciare proprio dalle ultime repliche de “Il lago dei cigni”, che nella versione del coreografo cubano Ricardo Nunez si era già vista in primavera e che ha chiuso il suo cerchio in questo bis estivo.

Rappresentazioni, queste ultimissime, incorniciate da un cast ospite inferiore a quello del debutto del 30 marzo quando calcarono in scena le due etoile Marianela Nunez e Vadim Muntagirov del Royal Ballet. Una coppia stella re per un teatro gremito in ogni ordine di posto. Questo bis è invece stato interpretato da una coppia di belle speranze del Wiener Staatsballet Liudmila Konovalova e Jacob Feyrlik, assemblati ai ballerini di casa Alessandro Staiano e Luisa Ieluzzi.

Il fascino del balletto, la musica instancabile di Piotr Ilich Ciaikovskij diretta dalla bacchetta di Alexseij Baklan, con le scene ed i costumi di Philippe Binot, ha senz’altro avuto la resa emozionale ed economica che in soprintendenza ci si aspettava. Forse si sarebbe evitato volentieri lo sciopero del corpo di ballo della prima serata, quello sì! Soprattutto perché avrebbe potuto minare l’aria di idillio che si vuole esporre a tutte le latitudini, ivi compreso il consolidato pareggio di bilancio, sempre di più il marchio di fabbrica della soprintendente Rosanna Purchia. Che non ha lesinato energie per rassicurare il delusissimo pubblico in sala nel momento in cui ha dovuto rimandare tutti a casa per l’annullamento della prima di sabato 15 giugno.

La Soprintendente, ribadendo l’onore e l’onere di dirigere il Teatro di San Carlo, ha infatti voluto precisare a caratteri cubitali che lo sciopero è stato sì indetto dai ballerini del corpo di ballo del suo teatro ma che, sotto la luce della luna di quella sera, era tutto il comparto danza nazionale a scioperare e che i suoi professionisti erano degli ideali, (o idealisti?) portavoce di un dissenso sempre più nazional-popolare. Del resto la chiusura di tutti i corpi di ballo italiani, salvo quelli sancarliano, del Teatro Alla Scala di Milano e del Teatro dell’Opera di Roma, è un macigno ancora insopportabile per la gente della danza.

Ed in verità tutto questo, oltre all’annuncio dell’arrivo al Teatro di San Carlo del “Roberto Bolle and Friends” dal 6 al 9 settembre prossimo, ha assopito il clima intorno al lago di questi giorni. Ci si aspettava un altro grande nome o un’altra grande coppia? Forse. Si vuole vedere o rivedere Roberto Bolle da vicino in platea e non nella bolgia dell’Arena Flegrea? Forse. Si è già incuriositi dei prossimi titoli “Sogno di una notte di mezza estate”, “Lo Schiaccianoci”, “Don Chisciotte” e “Cenerentola”? Magari! Sta di fatto che l’entusiasmo che ruota attorno alle faccende coreutiche del Massimo napoletano è un saliscendi di emozioni legato ai titoli ed ai nomi. Con la variabile qui legata anche alla presenza di Giuseppe Picone, un direttore giovane che ha portato una ventata di energia positiva di traino delle nuovissime generazioni danzanti. Intanto ci si prepara al ritorno di “Pulcinella” di Francesco Nappa, coreografo napoletano che bissa il titolo a distanza di pochi giorni dalla rappresentazione ischitana di Lacco Ameno dove le installazioni di Lello Esposito hanno esportato il brand del Teatro di San Carlo a poche miglia di mare ma ad un mondo internazionale che vive ogni giorno l’isola dell’arcipelago napoletano. Una griffe che soprintendenza e corpo di ballo lavorano all’unisono per far crescere sempre più.

Massimiliano Craus

[In alto: Luisa Ieluzzi (foto di Francesco Squeglia)]

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