Marigia Maggipinto, a Genova per il Festival del Mediterraneo, racconta Pina Bausch

Si è chiuso il Festival del Mediterraneo, interessante manifestazione che da anni porta a Genova l’attenzione sulla bellezza delle culture “altre” e la diversità attraverso musica, arte e non solo. A chiudere la rassegna un appuntamento importante che riguardava la danza: “Ikiru Omaggio a Pina Bausch” con Tadashi Endo, Danzatore di danza Butoh, coreografo, Direttore del Butoh-Center MAMU e Direttore Artistico del Festival MAMU bUtoh & Jazz a Gottingen, sul palcoscenico del Teatro Duse sabato 21 settembre alle ore 21.

Mazzoccoli, Endo, Maggipinto, Ferrari

Ma in attesa della serata, lo stesso giorno dalle ore 10,30 nel Foyer del Teatro della Corte, era in programma la conferenza “Pina Bausch, testimonianze e riflessioni” a cui, oltre allo stesso maestro Endo, sono intervenuti anche Marigia Maggipinto, danzatrice della compagnia della Bausch dal 1989 al 1999, e Giovanni Di Cicco, coreografo della Compagnia genovese Deos.

Davide Ferrari, direttore artistico del festival, introducendo gli ospiti, ha fatto presente come ultimamente la collaborazione con i vari teatri sia cambiata in positivo: ”Le istituzioni teatrali genovesi sono più complici – ha detto Ferrari – del resto il mondo ci insegna che il teatro è uno spazio aperto e quindi aperti bisogna essere tutti. La scelta di terminare la ressegna con qualcosa dedicato a Pina Bausch, non mi è venuta perchè combinazione quest’anno decorre il decennio dalla sua morte, ma perchè il suo lavoro ha una dimensione multidisciplinare, cosa che mi è sempre interessata”.

Marigia Maggipinto al Teatro della Corte

Ma chi meglio di Marigia Maggipinto poteva raccontare la sua esperienza con la grande Pina, colei ha cambiato la danza per sempre! Il lungo intervento della Maggipinto, donna splendida dal sorriso accattivante e la voce suadente, è stato infatti davvero prezioso, non soltanto perché ha raccontato come è avvenuta la sua conoscenza con la Bausch e il suo percorso al Wuppertaler Tanztheater, ma perchè attraverso le sue parole abbiamo capito meglio la grande artista creatrice del teatro danza.

“Ho incontrato per la prima volta Pina al Teatro Argentina di Roma in cui ero andata a vedere il suo spettacolo Victor. Io studiavo danza, ma in quel periodo a causa della frattura dello scafoide ero ferma da un anno. Il mio medico mi aveva detto che l’unico modo per danzare sarebbe stato quello di usare i tacchi, cosa che sembrava paradossale, ma che non lo era certo negli spettacoli della Bausch. Affascinata da quanto visto sul palcoscenico quella sera, sono voluta andare a vedere da vicino Pina all’uscita degli artisti e quando lei è uscita come per magia i nostri sguardi si sono incontrati. Era come ci fossimo già conosciute o ci conoscessimo da sempre.

Ho preso quel fatale incrocio di sguardi come un segno positivo e informatami su quando ci sarebbe stata la prima audizione al Wuppertaler Tanztheater sono partita non tanto con la speranza di essere scelta,ma di fare un’importante esperienza. Ho fatto il viaggio in autostop e ci ho messo due giorni per arrivare a destinazione.

La prima parte dell’audizione comprendeva la classe di classico e quando l’ho terminata (pasticciando anche un po’) certa che per me fosse finito tutto lì, mi cambiai, presi la mia borsa ed uscii. Improvvisamente mi sentii chiamare. Era l’assistente di Pina che mi richiedeva in sala. Ero sgomenta perché non capivo cosa avesse potuto interessare di me alla grande coreografa quando avevo notato esserci molte ragazze assolutamente più brave di me. Per farla breve alla fine siamo rimaste in quattro e Pina non si era ancora decisa chi scegliere per quel posto vacante in compagnia, così propose ad ognuna di noi di rimanere a lavorare nel suo centro per sei mesi. Il tempo le avrebbe fatto capire chi era pronta per entrare in compagnia.

Marigia Maggipinto quando si esibiva nella compagnia di Pina Bausch

Alla fine fu scelta una giapponese, ma io non mi persi d’animo e continuai a studiare alla Folkwang Hochschule ad Essen per quattro anni. Alla fine di questo percorso la Bausch veniva a vedere gli esami e quindi mi rivide e le piacqui. Rimaneva il problema di come mantenermi in Germania, beh, anche in questo caso la Bausch mi stupì in quanto inaspettatamente mi offrì l’opportunità di vivere a casa sua per aiutarla col figlio Salomon che a quei tempi aveva 5 anni ”.

Marigia Maggipinto si ferma qui e la sua sembrea proprio la storia di un film, ma Davide Ferrari chiede di più alla ex danzatrice, vuole sapere quando ha debuttato nella compagnia.

“Ho debuttato nel 1989, eravamo state prese in due: io e una brasiliana. Lo spettacolo era Kontakthof, uno spettacolo forte nato nel 1978 in cui Pina diede vita al progetto impegnando ventisei ballerini per raccontare l’impossibilità del vero amore. Due ore e mezza di fatica fisica e psichica in cui ho dato tutta me stessa.

Stare vicino a Pina e lavorare con lei voleva dire avere un altro modo di vedere la vita e di viverla. Lei cercava di tirare fuori l’acqua nel deserto e ci riusciva”.

La Maggiapinto danza con Pina Bausch in 14 differenti coreografie e partecipa alle nuove creazione della coreografa tedesca di; Tanzabend II (’92), Schiff (’93), Trauerspiel (’94), Danzon (’95) and Fensterputzer (’97). Nel 1999 lascia la compagnia, ma ritorna come ospite successivamente partecipando ai festival del Tanzteather (2000, 2001, 2002).

Dal 2016 è insegnante ospite all’Accademia “Dance house” di Susanna Beltrami a Milano e collabora con la Fondazione “Pina Bausch” conducendo workshop nell’ambito delle mostre dedicate alla grande artista al Bundeskunsthalle di Bonn e al Gropius Bau di Berlino (2015-2016). Conduce masterclass e workshop in Italia e in Europa.

Francesca Camponero

[Nella foto in alto, Pina Bausch]

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