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  home ----> trame balletti ----> la follia di orlando

LA FOLLIA DI ORLANDO
Balletto in tre quadri con recittivi per baritono
Coreografia
Aurelio M. Milloss
Musica
Goffredo Petrassi
Prima rappresentazione
Milano, Teatro alla Scala, 12 aprile 1947
Interpreti
Ugo Dell'Ara (Orlando), Wanda Sciaccaluga (Angelica), Carlo Faraboni (Rinaldo), Ennio Sammartino (Medoro), Ladislao Lesnievsky (Astolfo), Mario Borriello (lo storico, baritono)
Scenografia e costumi
Felice Casorati
Direttore d'orchestraBruno Bogo

Il ballo si ispira - e viene deliberatamente utilizzato questo termine, invece di "balletto", per evidenziare il carattere di rappresentazione epica ed eroico-fantastica, di allegoria, di "ballo grande" alla maniera di Salvatore Viganò e del coreodramma del quale Milloss è sempre stato convinto e appassionato assertore - ad alcuni episodi dall'Orlando furioso di Ludovico Ariosto (1474-1533), i cui versi formano il testo dei recitativi che aprono ogni quadro. Gli episodo, fra loro collegati, narrano della passione amorosa di Orlando per Angelica, degli amori di quest'ultima per Medoro e della conseguente follia del paladino, che alla fine ritrova il senno peduto annusando il contenuto di un'ampolla portatagli dalla luna da Astolfo. Il baritono, che venne eliminato in alcune delle riprese successive del ballo, in funzione di storico, riassume la narrazione in modo che nelle singole scene del ballo non è lo svolgersi dell'azione a ricevere espressione, ma sono solo i momenti più significativi a essere raffigurati ed esaltati. In questo modo, le immagini coreografiche, che costituiscono la parte spettacolare e prevalente dell'opera in questione, sono, per la loro intensa e drammatica comunicatività, di carattere severamente formale ed esplicitamente rappresentativo, così che persino gli elementi pantomimici risutano in esse trasfigurati dal punto di vista coreografico.

La follia di Orlando risulta essere uno dei momenti più felici della collaborazione fra il coreografo Milloss e il compositore Petrassi. In sostanza, la forma teatrale di questo lavoro è sostanzialmente quella dei grandi balli dell'epoca rinascimentale e barocca. Ma ciò solo nella sua struttura drammaturgica e nella concezione rigorosamente figurativo-architettonica della formulazione coreografica dei tratti rappresentanti i singoli episodi dell'azione narrata nei recitativi. Nei suoi aspetti espressivi, invece, il ballo mira a evidenziare i valori interiori più di quelli esteriori, ovvero ambientali e circostanziali, della vicenda drammatica. Rappresenta quindi un adattamento del tutto specifico, tipicamente moderno, dell'antico spettacolo danzato. Ne La follia di Orlando non vi è traccia della sontuosità spettacolare dei balli rappresentativi del passato, ma ci si trova davanti a una sintetica rappresentazione danzata: "raffigurativa", non narrativa. In altre parole, la storia viene suggerita, ma non raccontata.

Rappresentazioni successive dello spettacolo si tennero a Roma,Teatro dell'Opera, 31 gennaio 1948, interpreti Ugo Dell'Ara, Mirzda Kalnins, Teofilo Giglio, Filippo Morucci, Walter Zappolini; a Firenze, nel quadro del 22° Maggio Musicale Fiorentino; Giardino di Boboli, 27 giugno 1959, interpreti Juan Giuliano, Hélène Trailine, Renato Fiumicelli, Victor Ferrari e Giuseppe Urbani; nuovamente a Roma, Teatro dell'Opera, 8 maggio 1967, con ripresa nella stagione 1968-69, interpreti Amedeo Amodio, Elisabetta Terabust, Maurizio Venditti, Giancarlo Vantaggio Alfredo Rainò. In quest'ultima occasione scene e costumi erano di Giacomo Manzù.

Altre versioni

  • Milano, Teatro alla Scala, 26 giugno 1964, coreografia di Tatiana Gsovski, interpreti Mario Pistoni, Carla Fracci, Walter Venditti, Bruno Telloli e Roberto Fascilla, scene e costumi di Attilio Colonello.
  • Palermo, Politeama Garibaldi, 8 gennaio 1976, coreografia di Ugo Dell'Ara.
  • Roma, Teatro dell'Opera, 17 maggio 1984, coreografia di Micha van Hoecke, interpreti Raffaele Paganini, Diana Ferrara, Luigi Martelletta, Stefano Teresi, Mario Marozzi e Piero Martelletta.
  • Verona, Teatro Filarmonico, 24 maggio 1990, coreografia di Giuseppe Carbone, interpreti Cristian Craciun, Rosalba Garavelli, Hans Vancel, François Perren e Offer Zaks, scenografia di Elio Ciola e voce recitante Giorgio Albertazzi.

Fonti:
  • Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991
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