Diversion of Angels

Balletto
Coreografia Martha Graham
Musica Norman Dello Joio
Scenografia Isamu Noguchi
Costumi Martha Graham
Luci Jean Rosenthal
Prima rappresentazione Palmer Auditorium, Connecticut College, New London, Connecticut, 13 agosto 1948, con il titolo “Wilderness Stair”
Interpreti Martha Graham , Erick Hawkins, May O’Donnell, Pearl Lang, Helen McGehee, Dorothea Douglas, Joan Skinner, Dorothy Berea, Natanya Neumann, Mark Ryder, Robert Cohan, Stuart Hodes, and Dale Sehnert

Dall’autobiografia di Martha Graham, riportiamo:

In una delle tournée con le Follies attraverso gli stati mi trovavo a Chicago. Mi ricordo che nel pomeriggio andai a visitare l’Art Institute. Entrai in una sala nella quale erano esposti i primi quadri di arte moderna da me mai visti – Chagall e Matisse – e qualcosa dentro di me si agitò nel vedere quelle opere. Attraverso la sala, notai un bellissimo dipinto, di quelli che poi sarebbero stati definiti di arte astratta, una nuova idea sorprendente. Quasi persi i sensi, perché seppi in quel momento di non essere pazza, che altri vedevano il mondo, vedevano l’arte, alla mia stessa maniera. Era un’opera di Vasily Kandinski, ed aveva una sorta di rasoiata rossa da un capo all’altro del dipinto. Mi dissi, “qualche giorno farò quello, Farò una danza così”.

E la feci. Ancora non lo sapevo in quel momento, ma ebbe una grande influenza su di me; una sorta di intima comunione.

La danza era Diversion of Angels. Capitò durante un’estate piovosa al Connecticut College durante il 1948, mentre pensavo che nessun angelo sarebbe apparso in cielo con quel tempo. Diversion tratta dell’amore per la vita e dell’amore dell’amore; l’incontro e lo scambio fra un uomo e una donna. C’è una donna in bianco che simbolizza l’amore maturo. Lei è capace solo a muovirsi in accordo con il suo partner, il suo amante. C’è una ragazza in giallo che simbolizza l’amore adolescenziale; e c’è una donna in rosso che appare di colpo sul palco e simbolizza l’amore erotico. Tutti sono aspetti della stessa donna e la ragazza in rosso è la fiamma di Kandinski che avevo visto molto tempo prima al Chicago Art Institute.


A cura di Alberto Soave


Fonti:

  • Martha Graham, Blood Memory

 

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