Anna Pavlova

Di modeste origini, Anna Pavlova decide di diventare una ballerina, nonostante la salute cagionevole, dopo aver assistito ad una rappresentazione della “Bella Addormentata nel Bosco” nel 1890.

Formatasi alla Scuola Imperiale di Danza di San Pietroburgo, nel 1899 entra nel corpo di ballo del Teatro Marinski. Ballerina fragile, perfeziona la sua tecnica a Milano con Caterina Beretta dove ha modo di ammirare la musicalità delle danze di Isadora Duncan.

Quando, nel 1906, viene nominata prima ballerina, ha già interpretato tutti i grandi ruoli del repertorio classico. Inoltre è prima interprete assoluta di alcuni balletti di Michel Fokine, “La Tapisserie Enchantée” (1907), “Une Nuit d’Égypte” e “Chopiniana” (1908), oltre che della coreografia per lei composta, “La Morte du Cygne”, variazione per gala da un estratto del “Carnevale degli Animali” di Camille Saint-Saëns, che danzerà per tutta la sua carriera.

Anna Pavlova resta legata al Marinski fino al 1913, pur esibendosi nel 1909 e nel 1911 con i Ballets Russes. Nello stesso periodo, nel 1908, inizia una di quelle tournée internazionali che rappresentarono l’essenza della sua intera carriera.

Nel 1911, organizza una sua propria compagnia con la quale si reca in tutto il mondo. Nel 1912 prende casa a Londra, che diventerà la sua base.

È soprattutto in Europa, e successivamente nel continente americano dal 1912 al 1925, che si esibisce senza un attimo di sosta. Danza anche in Estremo Oriente (1922-23), Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia (1925-26), Egitto e India (1928-29).

Nel corso di una tournée nei Paesi Bassi, a causa di un colpo di freddo muore improvvisamente per una polmonite.

Pavlova è una ballerina nata. Le sue disposizioni naturali si accordano con le esigenze della danza classica, in particolare con la sua tonalità più aerea, che permette di trascendere la tecnica con la spontaneità e la sensibilità del suo movimento.

È con Enrico Cecchetti che perfeziona il suo talento particolare che mal si accorda con esibizioni di pura bravura basate prevalentemente sulla potenza muscolare. Alta ed esile, con gambe sottili e un collo del piede dalla fattura delicata, dà un’impressione di grazia fragile ed eterea.

La sua danza miracolosa di leggerezza immateriale, accresciuta dal lirismo e dalla poeticità dei suoi ports de bras, trasmette un’emozione irrestibile a tutti i pubblici del mondo.

Serov Anna Pavlova
Anna Pavlova ritratta da V. Serov (1909) nel balletto “La Sylphide”, Museo di Stato Russo, San Pietroburgo

Pavlova è dotata di qualità drammatiche che si esprimono sia nella gaiezza e l’umorismo della sua Quitri nel “Don Quichotte” (1905) che nel lirismo e la tragedia delle sue Nikia (“La Bayadère“, 1909), Tahor (“Cléopâtre”, 1909), o Giselle (1903) che resterà una delle sue più memorabili interpretazioni.

Con la sua compagnia, interpreta estratti del grande repertorio classico e balletti di Fokine. Commissiona coreografie a Nicolas Legat (“La Notte”, 1914) e Ivan Clustine (“The Fairy Doll”) e compone alcune opere, “La Rose Mourante”, “Flocons de Neige” e “Feuilles d’Automne” (1917), creazioni convenzionali destinate prevalentemente a valorizzare le sue qualità.

Per necessità finanziarie, passione per la scena e devozione nei confronti della sua arte, Anna Pavlova si produce in innumerevoli esibizioni, a volte anche in situazioni precarie. Esibendosi in tutto il mondo, ha iscritto profondamente nell’immaginario collettivo una rappresentazione della ballerina classica ideale, indissolubilmente legata a caratteristiche di leggerezza e di lirsmo romantico.

Fra i suoi contemporanei, divenne una leggenda, in particolare con il suo assolo “La Morte du Cygne”, che sembrava ogni volta improvvisare e con il quale tutte le grandi ballerine della prima metà del Ventesimo secolo si sono dovute confrontare.

La prima locandina dei Ballets Russes riportava un disegno poetico di Valentin Serov, che rappresentava Anna Pavlova in “Les Sylphides” (1909). Ma la personalità individualista della ballerina mal si sposava con l’avventura collettiva rappresentata dai Ballets Russes e il suo gusto convenzionale non la portava ad apprezzare le innovazioni che vi venivano attuate. Rifiuta la musica de “L’Uccello di Fuoco” (1910) nel quale avrebbe dovuto creare il ruolo.

Per queste ragioni, quindi, ha danzato poco per Sergei Diaghilev, pur figurando nel cartellone della prima tournée dei Ballets Russes e partecipando a sette rappresentazioni della stagione londinese nel 1911. Ma appare evidente come il suo genio singolare abbia contribuito a lanciare la reputazione della compagnia.

Le sue apparizioni in “Le Pavillon d’Armide” (1909), “Cléopâtre” (1909) e soprattutto “Les Sylphides”, sono rimaste per il pubblico dei momenti memorabili. Con Vaslav Nijinski forma una coppia leggendaria nel valzer delle Silfidi e solo il pubblico londinese ha avuto modo di ammirare questi due geniali artisti insieme in “Giselle” nel 1910.


A cura di Alberto Soave


Fonti:

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito alle agenzie pubblicitarie, agli istituti che eseguono analisi dei dati web e ai social media nostri partner. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi