Due meravigliosi passi a due incantano Nervi

After the Rain

Le serate del 14 e 15 luglio hanno portato sul palcoscenico di Nervi ben 80 ballerini giovanissimi di età compresa tra i 9 e i 19 anni e provenienti da tutto il mondo. Due serate organizzate dallo Youth America Grand Prix e dal Carlo Felice con la forte intenzione di promuovere la danza in tutte le sue forme, ma ad altissimo livello. Due serate riuscitissime anche perché accanto ai giovani talenti il pubblico ha potuto godere delle splendide performance di grandi étoiles internazionali: Christine Shevchenko e Thomas Forster (entrambi primi ballerini dell’American Ballet Theatre), Ana Sophia Scheller (prima ballerina del National Ballet of Ukraine) e Gabe Stone Shayer (solista dell’American Ballet Theatre), Evelina Godunova (solista dello Staatsballett Berlin) e Semyon Chudin (prima ballerina del Bolshoi Ballet), Dinu Tamazlacaru, Alejandro Virelles (entrambi primi ballerini dello Staatsballet Berlin), Shale Wagman e Giovanni Tombacco (Bayerisches Staatsballett), oltre al danzatore svizzero Giuseppe Bausilio che interpreta in prima italiana alcune coreografie dal musical Hamilton di Andy Blankelbuehler su musica di Lin-Manuel Miranda.

Noi però scegliamo di soffermarci su due brani che senza dubbio sono stati i più significativi ed emozionanti, quello di Maria Kochetkova (English National Ballet) e Sebastian Kloborg (solista dello Royal Danish Ballet e coreografo), che hanno presentano al Nervi Music Ballet Festival una prima mondiale: la coreografia di Sebastian Kloborg Once I Had a Love, su musica di Philip Glass e di Blondie (Crabtree remix) e quello di Lucia Lacarra e Matthew Golding, After the rain, per la coreografia di Christopher Wheeldon su musica di Arvo Part.

After the rain

Il primo ad opera di Sebastian Kloborg ci parla d’amore e lo fa con estrema eleganza. Ogni movimento è fluido e studiato e dimostra un grande affiatamento della coppia. Le parole della canzone di Blondie, in un arrangiamento che sembra dilatare il tutto, sono la colonna sonora di una passione che sembra anche rifugiarsi in ricordi malinconici rimandando al pubblico quello che un rapporto è capace di dare quando è vero e profondo. La tecnica impeccabile dei due valorizza maggiormente ogni intenzione del coreografo che parla così del suo lavoro: «La coreografia per me è un movimento per una ragione. È un’intenzione guidata dalle emozioni. Voglio creare stati d’animo e immagini che possano portare lo spettatore da qualche altra parte per un po‘». E certamente possiamo affermare che il linguaggio che usa raggiunge il suo scopo.

Once I had a love

Il secondo, che ha visti protagonisti Lucia Lacarra e Matthew Golding, ha continuato a raccontarci l’amore di coppia. Il passo a due che dura undici minuti è un incanto. Lei è in mezze punte, indossa un semplicissimo body rosa pesca, mentre lui è in giacca e pantaloni morbidi bianchi. La brezza sul palcoscenico all’aperto sembra favorire le loro oscillazioni. La danza esalta la flessuosità della ballerina, bellissima, il cui corpo raggiunge livelli incredibili come se fosse priva di ossa. Non ci sono virtuosismi, né salti, né giri, come non vi è alcuna tensione. I due si avvicinano e si allontanano, si piegano uno verso l’altro, tutto è fluido e magico e sembra evocare le parole della poesia di Federico Garcia Lorca: «La pioggia ha un vago segreto di tenerezza, una sonnolenza rassegnata e amabile…». Il loro è un continuo abbracciarsi e toccarsi l’un l’altra nella tenerezza di un amore, di un addio, di una devozione che diventa perdita e malinconia. Perché non sanno che cosa accadrà se non si sfiorassero più. Bellissimo e toccante.

Francesca Camponero

[Nella foto in alto, Sebastian Kloborg]

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