Gioia e positività alla Scala in previsione della Serata Quattro Coreografi

Presentata oggi, lunedì 7 giugno 2021, al Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala il nuovo spettacolo di danza intitolato “SERATA QUATTRO COREOGRAFI”. Uno spettacolo che come ha detto il direttore del ballo Manuel Legris dà il via a un nuovo inizio. Il balletto torna sul palcoscenico con il pubblico in platea il che, come sappiamo tutti, è ben altra cosa rispetto alla condivisione in streaming e in televisione. I ballerini, come tutti gli artisti del palcoscenico, hanno bisogno del loro pubblico e queste tre serate sono agognate sia da chi sta da una parte o dall’altra del sipario.

Manuel Legris

Il programma previsto il 9, 10, 11 giugno 2021 alle ore 19 ha quattro firme che porteranno in scena novità e riprese, per unire, nel segno dell’ispirazione a grandi compositori, stili coreografici e musicali: per la prima volta ci saranno coreografie di András Lukács e Jiří Bubeníček, accanto al ritorno di un celebre balletto di Alexei Ratmansky e una nuova, ampliata versione del balletto creato da Manuel Legris per l’evento “… a riveder le stelle”.

“Siamo felici di essere tornati col pubblico – ha detto Legris – e mi fa molto piacere che ad inaugurare questa serata mi trovi affiancato ad altri tre coreografi di talento differente. Io e Ratmansky facciamo un lavoro sul classico, mentre András Lukács e Jiří Bubeníček hanno un imprinting più contemporaneo. Ricordo però che tutti abbiamo la stessa base a livello di preparazione. La mia coreografia sarà ampliata rispetto a quella presentata lo scorso 7 dicembre, con la creazione di ulteriori movimenti su alcuni brani estratti dal Ballo della Regina (La Peregrina) del Don Carlos e questo sarà dedicato a Carla Fracci

Nel 50° anniversario della scomparsa si celebra in tutto il mondo Igor’ Stravinskij, e la Scala non poteva mancare a questa celebrazione. Nel 2017 András Lukács ha creato Movements to Stravinsky per i suoi colleghi danzatori del Wiener Stattsballett su una scelta di brani da Pulcinella Suite, Les Cinq Doigts, Apollon Musagète, Suite Italienne, balletti e composizioni orchestrali che – come commenta il coreografo – si completano armoniosamente a vicenda. In debutto per la Scala questa produzione ispirata alla Commedia dell’Arte e al Rinascimento (i ballerini indossano una gorgiera), mantiene l’equilibrio tra balletto e danza contemporanea. Una occasione per noi per conoscere il lavoro coreografico di Lukács, e per il coreografo di cimentarsi con la compagnia italiana.

Jiří Bubeníček (foto di Rebecca Hoppé)

Per la prima volta arriva al Piermarini anche Jiří Bubeníček, uno degli interpreti prediletti di John Neumeier che con il balletto scaligero porta in scena Canon in D Major, uno dei momenti più intensi di Le souffle de l’esprit, celeberrimo trio maschile che si sviluppa sul Canone in re magg. di Johann Pachelbel.

“Quello che vedrete fa parte di un balletto più grande che ho pensato come omaggio a mia nonna quando è mancata. Mia nonna è stata molto vicina sia a me che a mio fratello quando eravamo piccoli e i nostri genitori erano in giro con le loro tournée di acrobati. In questo lavoro presento attraverso il linguaggio della danza l’eterno ciclo di crescita e decadenza dell’esistenza. Un addio alla nonna defunta, ma anche una celebrazione della donna che dà la vita” ha spiegato Bubeníček.

Aleksej Ratmansky

A chiudere la serata sarà Concerto DSCH (sul Concerto No. 2 in fa magg. Op. 102 di Šostakovič), ad opera di Ratmansky. “Šostakovič scrisse questa musica per il diciannovesimo compleanno del figlio Maxim, ed è una composizione piena di gioia e speranza ispirata alla fine dell’epoca staliniana. Questa gioia ed energia sono quelle che ritrovo nei giovani ballerini che eseguono benissimo un pezzo che è molto tecnico e veloce. Sono felice di lavorare con loro anche quest’anno” ha detto il coreografo russo.

A dirigere l’Orchestra della Scala sarà il Kevin Rhodes anche lui entusiasta di ritrovarsi con 4 coreografi con cui ha già lavorato in passato. “Una serata dai molti stili – ha detto il direttore americano – troviamo un Verdi dal sapore francese e uno Stravinskij dal sapore italiano. Brani straordinari la cui musica è destinata alla danza, ma anche no, ed è proprio questo il bello”.

Francesca Camponero

[In alto: András Lukács (foto di Ashley Taylor)]

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