Quanto amore per la danza nei film di Charlie Chaplin!

La danza dei panini

Charlie Chaplin amava moltissimo la danza. Come sappiamo tutti è stato non solo un attore, ma anche regista, sceneggiatore, produttore e ballerino. Non è un caso che mille volte sugli schermi abbiamo visto Charlot ballare per strada, nei locali e nei bar, volteggiare come una libellula sui pattini e fare improbabili spaccate, un legame il suo con la danza che non è mai venuto meno e che è stato anche molto apprezzato dal famoso ballerino russo Vaslav Nijinsky.

Questa sua predisposizione è palese nella gestualità di Charlot, e viene evidenziata ancor più in uno dei suoi film più famosi: The Gold Rush (La febbre dell’oro, 1925) con la celebre danza dei panini che crea lui stesso sul misero tavolo del protagonista, servendosi semplicemente di due forchette e appunto due piccoli panini.

Luci della ribalta

Il personaggio del povero vagabondo questa volta si trova in Alaska, terra di cercatori d’oro, dove patisce il freddo, la fame e la solitudine. Dopo aver atteso invano Georgia e le sue amiche durante la notte di Capodanno che ha organizzato in casa, si addormenta e sogna l’arrivo delle ragazze, per le quali improvvisa la famosissima danza sul tavolo. La scenetta in realtà era stata già portata sullo schermo nel 1917 da un altro attore comico, Roscoe Conkling Arbuckle detto “Fatty”, ma tutti ricordano la versione chapliniana per la maestria e poesia che esprime in questa sequenza.

Una scena profondamente tragica che rappresenta insieme alla povertà anche l’emarginazione sociale, la solitudine, e nonostante tutto questo, mostra fino all’ultimo il sopravvivere della dignità dell’uomo, anzi l’orgoglio dell’artista per il suo mondo fantastico, che lo salva anche nelle condizioni più miserevoli” (Renato Rizzello – L’orecchio curioso).

Ma la danza sarà assolutamente la protagonista di Limelight – Luci della ribalta (1951), l’ultima pellicola che Chaplin girò negli Stati Uniti, nel 1952, prima del ritorno in Europa a causa dell’ostracismo maccartista per le sue idee ritenute filocomuniste. Tornerà in America solo nel 1972, quando il film da lui scritto, diretto e interpretato e boicottato negli USA fino ad allora, vinse l’Oscar per la colonna sonora.

Buster Keaton e Charlie Chaplin in Luci della ribalta

Luci della ribalta è un film poetico, delicato, malinconico, quasi struggente. È la storia di un clown, Calvero, ormai anziano e sul viale del tramonto, che salva Terry, giovane e avvenente ballerina che tenta il suicidio perché, paralizzata alle gambe e stanca di vivere, è afflitta dalla negatività della sua esistenza. I due si restituiranno la speranza, pur nei limiti delle loro persone: Terry infatti è vittima delle sue nevrosi e della sua insicurezza, Calvero dalla tristezza e dalla malinconia di una vita e di una carriera che sente ormai spegnersi. Come protagonista femminile Chaplin scelse l’attrice Claire Bloome, ma le parti danzate sono state eseguite da Melissa Hayden, prima ballerina del New York City Ballet.

Del resto ricordiamo che Chaplin era anche un musicista. Quando a partire dal 1927 con l’uscita de Il cantante di Jazz il cinema “scoprì” il sonoro, Chaplin continuò con la pantomima firmando le colonne sonore di capolavori come City Lights (1931) e Modern Times (1936), elaborando un nuovo linguaggio che attingeva all’uso onomatopeico del suono, sincronizzando meticolosamente alle immagini i suoi accompagnamenti musicali. Come scrisse nella sua autobiografia, l’attore cercava sempre di comporre «musica romantica ed elegante, che fosse in contrasto con il personaggio vagabondo; un contrappunto di grazia e delicatezza, che esprimesse sentimento». Senza dubbio ogni sua opera è e resta una poesia eterna.

Francesca Camponero

[In alto Charlie Chaplin nella Danza dei panini]

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