Angelin Preljocaj torna al Comunale di Ferrara e presenta in prima nazionale una serata di danza ipnotica

Qui e in alto Un trait d’union

Angelin Preljocaj è oggi una delle firme più apprezzate e ricercate del panorama coreutico internazionale. I suoi lavori figurano nel repertorio delle più importanti compagnie di danza, dal New York City Ballet  al Balletto dell’Opéra di Parigi. Le sue creazioni non finiscono di stupire e affascinare dagli anni ’80 e questo grazie a quel mix geniale di misticismo e dinamismo che continuano a sprigionare.

Giovedì 15 febbraio alle ore 21 nell’ambito della Stagione di Danza 2017/2018, il Teatro Comunale presenterà un dittico del celebre coreografo franccese che dal 2006 dirige il Pavillon Noir di Aix-en-Provence. Il balletto sarà interpretato dal Ballet Preljocaj, compagnia da lui stesso fondata nel 1984. Un’occasione speciale se si pensa che Preljocaj mancava da Ferrara da ben vent’anni.

Still life

Lo spettacolo prevede il riallestimento di Un trait d’union,  pièce per due danzatori creata nel 1989 ed entrata a far parte del repertorio dell’Opéra National de Paris nel 2003 e Still Life, nuova creazione per sei danzatori presentata a Ferrara in prima nazionale.

Un trait d’union si snoda sul celeberrimo Concerto per pianoforte n. 5 di Bach e – come spiega il coreografo stesso – vuole raccontare «la ricerca instancabile di due esseri umani che cercano nell’incoscienza dell’altro qualcosa che possa metterli in relazione, per annientare la loro solitudine e renderli reali l’uno agli occhi dell’altro».  A questa prima “storica” coreografia fa da contraltare l’inedita Still Life,“natura morta”, che dalle atmosfere intime delle relazioni personali conduce lo spettatore in una dimensione allargata e universale. «La drammaturgia di questa pièce – sottolinea Preljocaj – mi riconduce alla pittura del XVII secolo quando l’aspetto illusorio della vita, la sua fragilità vengono rappresentate nel genere pittorico delle “Vanità”». Nella coreografia entrano in gioco quegli stessi elementi che anche sulla tela simboleggiano il trascorrere inesorabile del tempo, la finitudine dell’esperienza umana, il trionfo della morte. I corpi dei danzatori si fanno portatori di una riflessione su ciò che questi simboli antichi continuano a rappresentare. La danza, molto tecnica, con continui cambi di ritmo fra momenti lenti ed ipnotici e magnifiche sequenze d’assieme che evidenziano la bravura dei danzatori, è un tutt’uno con la partitura sonora, scritta da Alva Noto e Ryuichi Sakamoto. Il linguaggio coreografico contemporaneo si fonde a perfezione con le sonorità elettroniche e i violini dei due illustri compositori.

Francesca Camponero

Still life

Info e vendita: prezzi da 9,00 a 30,00 euro,
biglietteria.teatro@comune.fe.it; 0532 202675,
www.teatrocomunaleferrara.it

[Le foto sono di Jean-Claude Carbonne]

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