Il grande Amodio a Genova per la sua Carmen

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Amedeo Amodio

Amedeo Amodio è stato ed è un grande nome della danza italiana ed internazionale, straordinario danzatore scaligero ha poi preso la sua strada allontanandosi dal più importante italiano per fondare Aterbelletto, la prima compagnia italiana multidisciplinare a livello di tecnica, che ha diretto fino al 1996. Nel suo eccezionale lavoro Amodio si premurò di affiancare a produzioni proprie un repertorio sostanzialmente neoclassico in cui figurarono i grandi coreografi del tempo da Balanchine a Forsythe,  Alvin Ailey ed altri ancora.

Ricordiamo per altro che Amodio fu un divo acclamato di un cult degli anni ’60, ‘Studio Uno’, quando venne scelto dal coreografo di Fred Astaire, Hermes Pan, per partecipare alla trasmissione, ed ancora Liliana Cavani lo chiamò per danzare e coreografare alcuni intermezzi nel ‘Portiere di notte’ e ‘Al di là del bene e del male’ che chi ha visto quei film non può aver dimenticato.

E sono tutte queste esperienze di lavoro, e soprattutto di vita, che stamane brillavano negli occhi del coreografo (ad oggi settantasettenne) che, a parte i riccioli oramai diventati grigi, non ha perso nulla della sua verve degli anni migliori. Amodio infatti è a Genova, per la ripresa del suo balletto Carmen, coreografia creata per Aterballetto nel 1995 e che oggi Daniele Cipriani Entertainment ha deciso di rimettere in scena con un nuovo gruppo di danzatori.

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Daniele Cipriani e Alice Firenze

E così, dopo il grande successo ottenuto nei maggiori festival e Teatri Italiani, giovedì 6 luglio alle ore 20.30, con repliche fino al 9 luglio, il balletto in due atti su musiche di Georges Bizet, con adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Calì salirà sul palco del Carlo Felice.

“L’idea di questa Carmen mi è venuta da un’esperienza avuta in Scala quando ero un ragazzino di 17 anni e ho avuto l’occasione di fare il paggetto nell’opera Anna Bolena di Gaetano Donizetti, con la regia di Luchino Visconti. Lì ho avuto modo di conoscere Maria Callas, la sua grande personalità ed il suo carisma, che facevano sì che quando finiva la recita non ci fosse alcun rumore dietro alle quinte. Tutti, dal direttore di scena, all’ultimo macchinista e attrezzista, erano in religioso silenzio come rapiti dal suo essere. Questo magico retroscena è stato di ispirazione alla mia Carmen che infatti nasce proprio da un incontro dietro le quinte in cui il sogno si mischia alla realtà per dare vita alla storia di amore e morte che conosciamo. – racconta Amodio – La mia Carmen è una violinista che trovando un mazzo di carte in terra entra nel personaggio della sigaraia, così come un camionista trovando il costume di Don Josè, prova ad indossarlo e immediatamente si sente nei panni del militare sedotto dalla bella gitana. I costumi di Luisa Spinatelli sono bellissimi e sono un valore aggiunto al balletto. Straordinario quello da torero di Escamillo, con fili d’oro e cesellato di pietre preziose, come quelli dei militari che sembrano usciti dai fumetti di Corto Maltese”.

Insomma Amedeo Amodio ha presentato con passione questa Carmen che a differenza di quanto previsto, a causa di un infortunio al primo ballerino Davide Dato, vedrà nel  ruolo di Don José il cubano Amilcar Moret, che, per precedenti impegni, non potrà sostenere la recita serale di sabato 8 luglio delle 20.30 (turno L) che non verrà effettuata.

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Alice Firenze (foto Massimo Danza)

Ad interpretare Carmen sarà la 31enne Alice Firenze, genovese, occhi azzurrissimi, che ha iniziato i suoi primi studi di danza classica in una scuola di Sampierdarena per poi accedere all’Accademia della Scala dove si è diplomata dopo gli 8 anni di prassi.  Alice è al suo debutto in questo ruolo: “Sono felice di tornare nella mia città e danzare al Carlo Felice – afferma la ballerina – e spero anche che questa non sia l’unica volta. Il ruolo affidatomi dal maestro Amodio ha molte sfacettature, Carmen è passionale, ma se viene presa nella maniera giusta sa anche lasciarsi andare alle dolcezza”.

“Ogni Carmen ha la sua libertà di interpretazione e cambiando l’interprete per me ogni volta è un viaggio nuovo” ha concluso Amodio.

L’Orchestra del Teatro Carlo Felice per l’occasione sarà diretta dal Maestro Alessandro Ferrari.

Francesca Camponero

[Foto in alto: una scena della Carmen (crediti RipariYoungGroup]


Di seguito, per completezza di informazione e facilità di lettura, riportiamo il comunicato stampa ricevuto dal Teatro Carlo Felice

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Fotor RipariYoungGroup

Dopo il grande successo ottenuto nei maggiori festival e Teatri Italiani, Giovedì 6 luglio alle ore 20.30, con repliche fino al 9 luglio, al Teatro Carlo Felice andrà in scena CARMEN, balletto in due atti di Amedeo Amodio su musiche di Georges Bizet , Adattamento e interventi musicali originali Giuseppe Calì.

A causa di un infortunio al primo ballerino Davide Dato, il ruolo di Don José verrà interpretato  dal cubano   Amilcar Moret, che, per precedenti impegni, non potrà sostenere la recita serale di sabato 8 luglio delle 20.30 (turno L) che non verrà effettuata; Alice Firenze, genovese, sarà l’interprete di Carmen. L’Orchestra del Teatro Carlo Felice sarà diretta da  Alessandro Ferrari , scene e costumi sono firmati da Luisa Spinatelli, solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment.

Per il recupero degli abbonamenti e dei singoli biglietti di sabato 8 luglio ore 20.30, la biglietteria del Teatro resta a disposizione per la rideterminazione del posto sulle recite annunciate.

Ricordiamo gli orari di biglietteria : dal martedì al venerdì dalle ore 11.00 alle 18.00, sabato dalle ore 11.00 alle 16.00 ed un’ora prima di ogni spettacolo.

Il balletto inizia con una violinista che, terminata una rappresentazione di Carmen di Georges Bizet, si trova a vivere nuovamente il dramma della celebre sigaraia, quasi in un sogno: la rappresentazione reale termina e inizia quella onirica. È quindi il sogno il “pretesto narrativo” da cui muove la Carmen di Amedeo Amodio, creata per Aterballetto nel 1995, affidata alla produzione di Daniele Cipriani.

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Foto RipariYoungGroup

Al di là dell’escamotage del sogno, quella di Amodio è una Carmen molto mediterranea, calda, asciutta come i venti del sud, dal tocco deciso e sicuro. Lo si nota tanto dall’impianto coreografico quanto dalle scene scarne: due pannelli mobili che ricordano pareti in calcestruzzo sullo sfondo delle quali si muove tutta l’azione danzata. L’inizio e la fine del balletto sono invece connotate dal calare di un velario dall’alto, quasi a voler accompagnare lo spettatore nell’atmosfera onirica da cui prende piede la coreografia. La musica (adattata da Giuseppe Calì) rimane quella di Bizet. Questo adattamento comprende alcune fra le pagine più celebri del melodramma, facilitando così lo svolgimento tipicamente narrativo del balletto. Un esempio su tutti: allo strumentale dell’aria di Micaela («Je dis que rien ne m’épouvante») corrisponde un assolo per Micaela. Quasi in contrappunto con la vacuità della scena si stagliano i costumi di Luisa Spinatelli (che firma anche le scene) fra i quali emergono quelli creati per il comparto femminile; sgargianti, sui toni del rosso, dalla foggia chiaramente spagnoleggiante.

CARMEN
Balletto in due atti di Amedeo Amodio dal racconto di Prosper Merimée
Musica di Georges Bizet

Coreografia e regia Amedeo Amodio
Adattamento e interventi musicali originali Giuseppe Calì
Scene e costumi Luisa Spinatelli
Primi ballerini Amilcar Moret (Don Josè) Alice Firenze (Carmen)
Solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment
Direttore d’orchestra Alessandro Ferrari
Orchestra del Teatro Carlo Felice

Repliche
Venerdì 7 luglio – 20.30 (B) – Sabato 8 luglio – 15.30 (F) – Domenica 9 luglio – 15.30 (C)

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