Quattro giorni con Aterballetto al Carlo Felice di Genova
ATERBALLETTO
al Teatro Carlo Felice dal 24 al 27 novembre 2016
Giovedì 24 novembre alle ore 20.30 prosegue la stagione di danza del Teatro Carlo Felice con Aterballetto, che presenterà tre differenti coreografie, tre recenti allestimenti di successo interpretati dai suoi magnifici ballerini. Il trittico comprende L’eco dell’acqua di Philippe Kratz, 14’20” di Jiří Kylián e Bliss di Johan Inger, quest’ultimo nato dall’incontro con la musica del celebre Köln Concert di Keith Jarrett.
Aterballetto è la principale Compagnia italiana di produzione e distribuzione di spettacoli di danza, nata nel 1979, che ha come elemento fondante della propria identità artistica l’impegno a sostenere e sviluppare l’arte della coreografia e il linguaggio assoluto della danza, intesa come dinamica e forma nello spazio, incarnazione di risonanze espressive ed estetiche, dialettica con la musica.
Tanti sono i coreografi italiani e internazionali che hanno collaborato con la compagnia: Mauro Bigonzetti, Jiří Kylián, William Forsythe, Ohad Naharin, Johan Inger, Andonis Foniadakis, Fabrizio Monteverde, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, Michele Di Stefano, Cristina Rizzo, Giuseppe Spota.
La prima coreografia L’eco dell’acqua, del giovane tedesco Philippe Kratz, è dedicata “all’anima che viene dal cielo e al cielo se ne va”, secondo una poesia di Goethe (Canto degli spiriti sopra le acque). Nella prima parte, è la folla inconsapevole che raggruma in simmetrie complesse l’idea di una esposizione alla confusione, al disordine. Nella frase finale, che ha al centro un soggetto che insiste sulla verticalità del suo spazio, la pluralità del gruppo si aggiunge liberamente al conteggio di questa moltitudine, destinata a seguire non più una logica lineare, ma forse evolvendosi in flussi di divenire come fossero spontanee auto-organizzazioni. La riflessione sul destino dell’uomo, associata all’immagine dei corpi inconsapevoli che precipitano per aria, ha il profilo di un monito allegorico. Non è possibile alcun accesso alla sintonia con il mondo per chi partecipa inconsapevole, soltanto con avidità e senza alcun amore, alle contingenze e alle parzialità dell’esistenza.
Il duetto che seguirà, 14’ 20’’ di Jiří Kylián, è un indiscusso riferimento nella storia della coreografia odierna. «Il titolo deriva semplicemente dalla durata del brano, in cui percepiamo il trascorrere del tempo della nostra vita; ma “tempo”, qui, è un termine astratto: non sappiamo cosa sia il tempo. Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima. Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il “tempo” non esiste, ci insegnano che il “tempo” è solo un’invenzione degli esseri umani. Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo. L’opera che ho realizzato non riguarda solo il “tempo”. Affronta anche altri temi quali la “velocità”, l’“amore” e l’“invecchiamento”. In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile.» (Jiří Kylián)
Il trittico termina con il contagioso Bliss dello svedese Johan Inger. «Il punto di partenza di questo nuovo spettacolo è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett, che ha inspirato e toccato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell’attirare una generazione che si muoveva da una parte all’altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica. Nel modo in cui incontriamo questa musica con gli occhi di oggi è presente sia una sfida compositiva che emotiva. Oggi mi è stato chiesto di dare un’idea di cosa sarà il mio lavoro, ma la verità dello spettacolo dovrà essere scoperta attraverso il mio incontro con i danzatori e, insieme, dal nostro incontro con la musica del Köln Concert. Quindi eccoci qui, tutti quanti, non importa quale sia la nostra esperienza. Siamo “principiante” l’uno nei confronti dell’altro e nei confronti della musica che darà voce a questo nuovo incontro.» (Johan Inger).
L’eco dell’acqua
Coreografia e ideazione scena Philippe Kratz
Musica Federico Albanese, Jonny Greenwood, Howling, Arvo Pärt, Sufjan Stevens, The Haxan Cloak
Costumi Costanza Maramotti e Philippe Kratz
Sound design OOOPStudio
Luci Carlo Cerri
14’ 20’’
Coreografia, scene e costumi Jiří Kylián
Musica Dirk Haubrich
Scene Jiří Kylián
Costumi Joke Visser
BLISS
Coreografia di Johan Inger
Musica Keith Jarrett
Scene Johan Inger
Costumi Johan Inger e Francesca Messori
Luci Peter Lundin
Assistente alla coreografia Yvan Dubreuil
Repliche: venerdì 25 novembre – 20.30, sabato 26 novembre – 20.30, domenica 27 novembre – 15.30
[Foto in alto: Aterballetto, Rain Dog di Johan Inger]