UN PO' DI STORIA................

A LITTLE BEAT OF HISTORY

UN PEU DE HISTOIRE

UN POCO DE HISTORIA

Interrompiamo la nostra passeggiata nel tempo per fare un po' la storia di

 

che presenteremo sotto forma di suite nello spettacolo di Giugno...

FRA LEGGENDA E REALTA'

Giselle esordiva il 28 giugno 1841 sul palcoscenico del'Opéra di Parigi.. da allora sono trascorsi ben cento sessanta anni da quella fatidica data: 160 anni di successi, senza arresti, con un numero di interpreti indimenticabili.

Giselle, balletto romantico per eccellenza è preceduto da "la Silfide". La parentela fra i due è evidente dalla struttura che li caratterizza: elementi realistici e contadini del primo atto, clima notturno e silvestre del secondo, amore, morte e sovrannaturale. Ma ciò che contraddistingue Giselle è il fatto che questo balletto perfeziona drammaturgicamente una materia che servirà per ulteriori sviluppi.

 

Il merito di Théophile Gautier

Quale impulso condusse Gautier a caldeggiare la creazione di Giselle?

Gautier si rifa al poeta tedesco Heinrich Heine di cui ha letto un passo del libro Zur Geschichte der neuren schönen Literatur in deutchland (1833) e più precisamente nella traduzione francese "De l'Allemagne", ove si parla della leggenda delle Villi, (le Villi: foto di scena)

ragazze morte prima di convolare a nozze, e costrette a danzare di notte attorno alle proprie tombe.

Gautier suggerì l'idea al librettista Saint Georges ed ecco che si appassionò a tal punto all'idea di veder realizzato un balletto nato nella sua immaginazione di Ballettofilo, che diventò anche l'angelo custode di chi seguiva l'impresa e della sua prima interprete: Carlotta Grisi. (Carlotta Grisi: ritratto)

Gautier in un primo tempo aveva pensato ad una poesia di Hugo nella quale si dice " Elle aimait trop le bal ce qui l'a tuée" (amava troppo la danza e questo l'ha uccisa), a questa concezione di una travolgente passione per la danza egli rimase fedele.

La stesura della parte musicale era avvenuta in un tempo singolarmente breve, Adam stesso confessò di aver lavorato strettamente con Jules Perrot, legato da vincoli sentimentali a Carlotta Grisi, il qual provvide probabilmente soprattutto al secondo atto.

La musica di questo balletto è qualcosa che oltrepassa il livello funzionale. A questo proposito è interessante riportare qualche commento dei grandi all'indomani della "prima" e anche oltre nel tempo. Scrive Gautier a Heine " La musica di Adam è superiore alla musica ordinaria dei balletti; essa abbonda di motivi, in effetti d'orchesra; contiene anche commovente attenzione verso gli amatori della musica difficile, una fuga molto ben condotta. Il secondo atto risolve felicemente quel problema del fantastico grazioso e ricco di melodia".

E Camille Saint Saën: " Che cosa dunque ha fatto Adam in Giselle? Non soltanto la musica più sinfonica che egli ha potuto, ma ha fatto ciò che è convenzione chiamare musica colta; ha fatto cioè danzare le Villi su una fuga, una vera fuga classica. ha fatto anche in Giselle delle vere arie di danza.

Ed ancora Lifar dice " Adam ha guadagnato la scommessa di stabilire un equilibrio tra i tre grandi elementi del balletto: la musica, la danza e l'azione". E da citare ce ne sarebbero tanti altri....

Tutti questi commenti rendono conto dell'importanza di Giselle nella storia del teatro di danza?

Ma di fatto cosa rappresenta Giselle?

E' la sintesi del movimento romantico. In questo balletto c'è tutta l'essenza del romanticismo. L'aspirazione all'incorporeo, al sovrannaturale si sviluppa, si allarga, vola fra i chiarori di luna e bianche trasparenze. Se il balletto romantico (ballet blanc) delle origini recava l'aspirazione al volo, occorre dire che già nel balletto preromantico ci sono moduli che in seguito si sviluppano, per esempio funi che tengono legate alla cintola le danzatrici permettono loro di volare. Ma le Villi di Giselle vanno ben oltre: le danzatrici chiedono alla loro carica interiore l'afflato poetico necessario a farle sembrare creature dell'aria, leggere, meravigliose nuvole che passano e spiriti inquieti, volatili, come i gesti , respiri, abbracci che sfumano in un solo istante....

 

La parte di Giselle

(Carla Fracci in una espressiva foto di scena)

La parte di Giselle richiede due doti fondamentali: lirismo (Giselle atto 1: Carla Fracci)

e drammatismo,ma un drammatismo sobrio,misurato, contenuto ed elegiaco. E' qualcosa di simile a ciò che è richiesto a Violetta in La Traviata: e precisamente nel passaggio finale del primo atto, tutta leggerezza vocale, agli accenti accorati, profondi del secondo e terzo atto. uno scoglio quasi insormontabile poiché non tutte le cantanti possiedono in ugual misura i due registri.

Giselle ha due lievità da toccare: una rappresenta la gioia di vivere di una contadinella sfiorata dall'amore, (Carla Fracci e Rudolf Nureyev)

l'altra è di natura incorporea, aerea, materiale come quando aleggia nei pressi del suo sepolcro, puro spirito cui l'amato non può arrivare. (Carla Fracci e George Jancu)

E anche l'improvvisa, violenta drammaticità della chiusa del primo atto, quando Giselle tradita impazzisce e muore richiede alle danzatrici doti non comuni di espressività, ciò che si definisce interpretar danzando.

(Carla Fracci interpreta la pazzia di Giselle)

Tranne brevi momenti in cui la pantomima interviene a spiegare l'azione, nei cosidetti recitativi, sono le arie di danza a prevalere in Giselle, a commuoverci, a farci entrare nel dramma.

Il piano coreografico si muove a due livelli: il verticale e l'orizzontale. Il primo atto è costituito da piani orizzontali e verticali, ma il secondo è ancor più verticale, con i frequenti "grand jetés" che solcano lo spazio scenico, massimi nei personaggi delle Villi e di Myrtha, (Myrtha, regina delle Villi)

la regina delle Villi, donna fatale, bella e crudele che condanna Albrecht, responsabile di aver violato il recinto sacro.

Grand jeté

 

Circa le versioni che esistono nel mondo, le varianti adottate da questo o da quel coreografo sono diverse e numerose, così come per la scenografia.

 

E le interpreti? Grandi danzatrici del secolo scorso e del nostro hanno affrontato la terribile parte, una delle più grandi ambizioni che una ballerina possa proporre a sé stessa. Si sono cimentate in Giselle a partire dall prima interprete Carlotta Grisi, Anna Pavlova, Tamara Karsavina, Rosella Hightower, Galina Ulanova, Alicia Alonso, Margot Fontayn, Carla Fracci,Ekaterina Maximova, Noëlla Pontois, Natalja Makarova, Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, ecc.... oggi si può dire che fra tutte quelle nominate, la Fracci è stata ed è la più vicina al personaggio. La più compenetrata nella spiritualità di Giselle, specie nel secondo atto, favorita anche dal fisico, dal volto di cammeo, dalle braccia che si protendono all'infinito, dalla immaterialità che si espande da tutta la persona, perchè il personaggio soffre dal dentro. Da uno studio e da ripensamenti continui la Fracci è approdata all'idealià del grande personaggio.

Molto altro ci sarebbe da dire sulle interpreti francesi , poichè ognuna differisce dall'altra con la sua personalità e temperamento e visioni differenti.

Lo stesso avviene per la parte di Albrecht, dove ognuno sottolinea certe caratteristiche al posto di altre. Per Bruhn, Albrecht è messo sul piano della nobiltà, dell'eleganza, mai un momento di abbandono, di impeto, di ira, controllato ma allo stesso tempo vibrante.

Nureyev è invece all'opposto, sanguigno fin dal suo primo ingresso in scena, impetuoso, fremente di passione e soprattutto sè stesso.

Vassiliev è fra i due e trasferisce il celebre ruolo in una dimensione drammaturgica, tutto è chiaro e leggibile nella sua danza come se recitasse.

Aggiungiamo a questi grandi Roberto Bolle, con la sua interpretazione di Albrecht: un Albrecht dolce e sensibile che combina forza e precisione di movimenti. Indimenticabile, per chi ha avuto la fortuna di ammirarlo, l'entrata in scena con i gigli....

La leggenda

 

Primo atto. In un villaggio della Renania, in epoca medievale. Il duca Albrecht ama, sotto le mentite spoglie d'un popolano, Loys; una fanciulla di nome Giselle. il guardiacaccia Hilaron ne è ugualmente innamorato e cerca dis coprire la vera identità del rivale. Il villaggio è in festa per la vendemmia, i contadini intreciciano le danze cui la stessa Giselle vule partecipare con Loys

nonostante la madre le ricordi il destino che colpisce le fanciulle morte danzando la vigilia delle nozze: verranno trasformate in Villi, bianche creature vaganti nei boschi al chiaro di luna e assetate di vendetta verso gli uomini che cadono nelle loro mani. Giunge intanto il duca di Curlandia con sua figlia Bathilde, promessa sposa di Albrecht. Hilarion smaschera pubblicamente l'inganno di Albrecht, che non pò negare l'evidenza. Giselle folgorata, impazzisce e muore.

Secondo atto a mezzanotte, nei pressi della tomba di Giselle.

Myrtha, regina delle Villi, accoglie Giselle nel suo spettrale seguito. Giunge quindi Alrecht recando gigli sulla tomba della fanciulla troppo tardi amata. Gli appare Giselle volteggiando nel bosco. Le Villi sotto il comando di Myrtha, attorniano il giovane duca, costringendolo a danzare fino a morirne. L'intervento di Giselle che lo sostiene e si sostituisce a lui nella danza, vale a salvarlo fino alle prime luci dell'alba.

Le Villi svaniscono e Giselle le segue, salutando per sempre l'amato.

 

La storia ve l'abbiamo raccontata per soddisfare una curiosità, poiché noi in realtà presentiamo una suite del balletto con coreografia di Bortolo Buratto, e quindi ci distacchiamo un po' dalla leggenda.

 

pagina creata e curata da Sara Buratto

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