Carlo Blasis

Carlo Blasis

Nato a Napoli il 4 novembre 1795, Carlo Blasis viene considerato una delle figure principali della danza ottocentesca.

Di nobili origini, era figlio del musicista Francesco Antonio De Blasis, che si occupò della sua formazione musicale. Ma la sua educazione fu molto accurata in tutti i campi del sapere. Dopo che la famiglia, con lui ancora giovanissimo, si trasferì in Francia. studiò lettere, matematica e geometria, anatomia, architettura, disegno e pittura.

Studiò danza con i migliori maestri dell’epoca, tra cui Jean Dauberval, Augusto Vestris, Pierre Gardel e Salvatore Viganò.

Il suo debutto come ballerino avvenne quando era ancora molto giovane, ma la sua carriera fu breve, seppure coronata da notevole successo. Di lui veniva apprezzata soprattutto l’eleganza, ma un brutto incidente a un piede lo costrinse al ritiro dalle scene all’apice della carriera.

Il suo debutto come danzatore fu nel 1818 al Teatro alla Scala di Milano in Dedalo e ne La Spada di Kenneth, due balletti di Salvatore Viganò. L’anno successivo debuttò come coreografo con un balletto che ebbe scarso successo, Il Finto Feudatario.

Arabesque dal Traité di Blasis

Fra il 1837 e il 1850, Blasis fu maestro di danza all’Imperia Regia Accademia di Ballo annessa al Teatro alla Scala. Al suo fianco, come vice-direttrice, lavorava la moglie Annunciata Ramaccini. Il suo insegnamento andava oltre la tecnica, poiché sensibilizzava gli allievi alla necessità di conoscere le altre forme artistiche (pittura, scultura, musica, letteratura) e mirava a formare l’uomo e l’artista, piuttosto che il danzatore.

Carlo Blasis era uomo molto colto: non fu infatti solo danzatore, coreografo e maestro di danza, ma anche compositore di musica, scrittore, disegnatore e filosofo. Scrisse numerosi trattati e manuali sulla didattica della danza e viene considerato il fondatore di un vero e proprio metodo didattico, dal quale discenderanno i grandi maestri del tardo Ottocento e del primo Novecento. Primo fra tutti Giovanni Lepri, che a sua volta fu maestro di Enrico Cecchetti. Fra le sue opere ricordiamo:

  • Il Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la dance (1820). In questo studio, Blasis analizza in profondità i meccanismi del movimento. Il Traité rimane ancor oggi un valido strumento di didattica accademica.
  • Il Code of Terpsichore (1828), sorta di enciclopedia della danza che tratta della storia e della tecnica del balletto. L’opera venne tradotta anche in francese con il titolo di Manuel Complet de la Danse (1830).

Ma la sua opera più ambiziosa fu senz’altro L’uomo fisico, intellettuale e morale, pubblicato a Milano nel 1857. Si tratta di un testo prevalentemente filosofico, nel quale viene analizzata la natura e la struttura dell’essere umano al fine di pervenire all’espressione dei sentimenti per mezzo delle posture e dei movimenti del corpo.

Giambologna, Mercurio volante (1580), Museo Nazionale del Bargello

A Carlo Blasis si deve l’invenzione della posa del balletto classico chiamata attitude, ispirata dalla statua del Mercurio del Giambologna. Inoltre, Blasis ha fissato le regole dell’arabesque, dei tempi dell’adagio e degli enchainements. Ha definito l’en dehors a 180 gradi e ha impostato la struttura della lezione di danza, con gli esercizi alla sbarra, gli adagio, le pirouettes e gli allegro. Gli elementi degli esercizi alla sbarra sono stati tutti ideati da lui e la struttura della lezione, così come da lui definita, è rimasta invariata per oltre un secolo e mezzo, arrivando fino ai nostri giorni.

Il numero di ballerini formato e influenzato dal maestro napoletano è enorme. Fra essi, ancora oggi si ricordano:

  • Amalia Brugnoli;
  • Lucile Grahn;
  • Carlotta Grisi;
  • Fanny Cerrito;
  • Carolina Rosati;
  • Carlotta Brianza;
  • Pierina Legnani;
  • Maria Giuri;
  • Cecilia Cerri;
  • Ester Teresa Ferrero;
  • Virginia Zucchi;
  • Sofia Fuoco;
  • Claudina Cucchi;
  • oltre al già citato Giovanni Lepri, che fu a sua volta maestro di Enrico Cecchetti.

Tra i coreografi che contribuì a formare, vi furono:

  • Ippolito Monplasir;
  • Giovanni Casati;
  • Pasquale Borri.

 

A cura di Alberto Soave


Fonti:

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