Il Balletto dell’Opera di Parigi torna a Nervi dopo più di 40 anni

Erano quarantatré anni da quando sul palcoscenico del Teatro Taglioni in occasione del XX Festival Internazionale del Balletto di Nervi diretto da Mario Porcile era salito Le ballet de l’Opera de Paris con ‘Don Chisciotte‘ con la coreografia e la regia di Rudolf Nureyev. Spettacolo che fece scalpore e che ha visto impegnata l’intera compagnia parigina. Étoile Noella Pontois e un’esordiente Patrick Dupond, nomi che hanno fatto la storia della danza!
Il neo direttore del Festival Jacopo Bellussi, per questa edizione 2025 che dopo anni di musica pop riporta a Nervi solo la danza, ha voluto ricondurre la prestigiosa compagnia nella nostra città con un programma dal taglio del galà dal titolo Signature Pieces in programma il 4 e 5 luglio. Giornate di caldo torrido da bollino rosso e che hanno penalizzato il palcoscenico dei parchi reso scivoloso dall’umidità. Questo però non ha sconfortato nessuno e l’impegno col pubblico è stato mantenuto (scongiurato anche lo sciopero indetto dalle maestranze del Carlo Felice per la serata della prima del 4) e la performance ha avuto comunque luogo.
C’è stata solo una variazione del programma: al posto di In the night, coreografia di Jerome Robbins su musica di Chopin, è stato inserita La morte del cigno, celeberrimo brano di Fokine su musica di Saint Saëns.

La serata è partita con il Grand Pas Classique coreografato nel 1949 da Victor Gsovsky, eseguito da Bleuenn Battistoni e Francesco Mura. A seguire un estratto dal terzo atto di Raymonda, l’ultima grande invenzione narrativa del grande coreografo Marius Petipa ripreso poi da Nureyev nel 1983, l’unico numero corale con 16 elementi in scena oltre ai due protagonisti, Sae Eun Park e Paul Marque. Saranno stati i pesanti costumi che in una serata come quella di venerdì 4 luglio non ha dato tregua con il caldo, ma non si può certamente affermare che la compagnia abbia dimostrato quella perfezione immaginata (braccia non a tempo e file non perfette), pertanto si è dovuto aspettare il pezzo a seguire per vedere finalmente la preziosità della compagnia e questo grazie all’etoile Hugo Marchand che con Roxane Stojanov si è esibito in un brano a lui molto familiare, Le Jeune Homme et la Mort, su libretto di Cocteau e musiche di Bach. Un brano intenso che porta la firma coreografica di Roland Petit. Marchand ha dimostrato ancora una volta la sua bravura non solo tecnica ma attoriale in questo inquietante ruolo dove il destino assume le sembianze di una donna che si prende gioco di lui fino a spingerlo al suicidio.

Anche la Morte del cigno interpretata da Dorothée Gilbert non ha convinto molto; la ballerina francese nominata étoile all’Opera di Paris nel 2007, sembrava fuori parte (o forse dobbiamo dare sempre colpa al caldo), eseguendo l’assolo composto nel 1901 per Anna Pavlova in maniera distaccata. Ricordiamo che il celebre bravo vuole una combinazione di tecnica ed espressività che coinvolge tutto il corpo, un esempio di come la danza può soddisfare non solo l’aspetto visivo, ma penetrare anche nell’anima, generando emozioni e immaginazione. Bè, dispiace dirlo, ma l’altra sera si è un po’ rimpianto quanto si era visto sempre sul palco di Nervi ad opera di Yvette Chauviré (26,27,28 giugno 1969), di Gabriella Cohen (30 luglio 1974), di Maja Plisetskaya (30 e 31 luglio 1982). Peccato…
Per fortuna a chiudere in bellezza è stato il pas de deux da Le Parc: brano iconico di Angelin Preljocaj su musica di Mozart la cui modernità del linguaggio coreografico restituita con abilità e seduzione da Ludmila Pagliero e Mathieu Ganio hanno fatto perdonare allo spettacolo la sua brevità complessiva. Solo 70 minuti di danza senza intervallo.

Il Nervi International Ballet Festival proseguirà al Teatro Carlo Felice il 9 luglio con il Ballett Kiel che porta in scena Following a Bird.
Francesca Camponero
[La foto in alto è di Marcello Orselli]

