Futuro Fantastico (II movimento), Festival mutaforme di meduse, cyborg e specie compagne a Santarcangelo

SANTARCANGELO FESTIVAL 2050

Futuro Fantastico (II movimento)
Festival mutaforme di meduse, cyborg e specie compagne

ultimo atto della 50esima edizione di Santarcangelo Festival
in scena dall’8 al 18 luglio 2021 a Santarcangelo di Romagna (RN)

Betty Apple, IT-ME-–-ITME-—-TIME Travel

Giovedì 10 giugno, è stato annunciato il programma di Futuro Fantastico (II movimento). Festival mutaforme di meduse, cyborg e specie compagne (8-18 luglio 2021), ultimo atto di Santarcangelo Festival 2050, cinquantenario della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, iniziato a luglio 2020. I biglietti saranno in vendita dal 14/06 sul sito santarcangelofestival.comla biglietteria di Piazza Ganganelli e l’Info Point apriranno il 5/07. 

Per quest’ultima edizione che li vede alla direzione artistica, Enrico Casagrande e Daniela Nicolò di Motus si sono confrontati con la forza irrequieta e mutaforme che incarna lo spirito del Festival, in continua transizione, scambio e ibridazione, per dare vita a undici giorni di intensa programmazione: un’opera corale che accorcia le distanze tra teatro, arte, cinema, musica, letteratura e antropologia:

Enrico Casagrande e Daniela Nicolò di Motus

“Abbiamo lavorato cercando di continuare, nonostante tutto, a produrre immagini, a fertilizzare il territorio inaridito dalla paura del virus che poi, banalmente e pericolosamente, diventa paura dell’Altro, del diverso da ciò che non rientra nelle consolidate categorie percettive. Quest’anno abbiamo ancor più spinto verso l’ibridazione e le pratiche di compostaggio per innestare una programmazione esplosa fra forme e linguaggi, corpi e voci minoritarie. Voci che sarebbe difficile intercettare, opere che a fatica andranno nei grandi contenitori dello spettacolo (almeno in Italia). Futuro Fantastico sarà una iridescente misticanza di artiste e artisti di varie provenienze che invaderà i luoghi riscoperti del Festival. E la tipologia degli spazi che occuperemo è tanto vasta quanto i formati, richiedendo un grande sforzo organizzativo di tutta l’equipe del Festival, che qui ringraziamo con stima e affettoBasterebbe forse elencare i luoghi per capire la natura tentacolare di questa edizione. Tanti saranno gli spettacoli che “non abbiamo visto prima”, perché sono opere nate proprio nel vuoto del lockdown o frutto di lunghissimi percorsi di ricerca e lenta metamorfosi. E questo non ci fa paura: schiudersi alla città con un programma in parte “Unknown” (per citare un bel progetto di Markus Őhrn di qualche anno fa) con proposte che si fondano su dei patti di fiducia fortissimi fra noi, le artiste e gli artisti coinvolti, è un’altra grande sfida che abbiamo ritenuto giusto accogliere. Sarebbe stato facile affidarsi a grandi nomi o spettacoli comunque già circuitanti. Abbiamo preferito “prenderci cura” – con i mezzi sempre insufficienti, lo dobbiamo ribadire, che un Festival con questa missione ha – di compagnie con cui volevamo davvero entrare in contatto, conoscere umanamente, al di là della facciata promozionale, per metterci in gioco, rischiando, tanto, troppo? Chi può stabilire un limite in questi tempi”. 

La capacità di mutare forma permette al Festival di rappresentare se stesso come atto di espansione oltre il limite, che torna a ospitare la scena internazionale generando contaminazioni sempre nuove con mondi culturalmente e geograficamente lontani. Un viaggio con una forte apertura a processi partecipativi che sconfinano nell’invasione degli spazi pubblici, dalla piazza al paesaggio naturale, per un inno alla trasformazione, che vede un programma articolato in capitoli tematici.

Zapruder Zeus Machine

IL CINQUANTENNALE. Futuro Fantastico (II movimento) si aprirà l’8 luglio con un pomeriggio speciale che finalmente ospiterà i risultati di due anni di lavoro e ricerche dedicate ai 50 anni di Santarcangelo Festival, che comprendono la presentazione del libro, curato da Roberta Ferraresi ed edito da Corraini Edizioni, che raccoglie testimonianze chiave della storia della manifestazione, e la proiezione e presentazione del documentario, diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi per Mammut Film, che porterà alla luce materiali inediti del Festival. La Galleria dell’Immagine dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini ospiterà la mostra fotografica Santarcangelo ’80 Revisited, a cura di Uliano Lucas. La rassegna è promossa da Fabio Bruschi e Piero Delucca per P.A.M. Progetto Archivi Metropolitani #1 in collaborazione con Lingue di confine.

BESTIARI FANTASTICI. Questa sezione accoglie importanti artiste provenienti per lo più da America Latina, Africa e Asia: luoghi lontani dalla tradizione occidentale che oggi vedono emergere una nuova generazione impegnata in percorsi di decolonizzazione e rivendicazione dei diritti delle minoranze, oltre che in riflessioni sulla crisi dell’Antropocene.

Va-Bene Elikem Fiatsi (foto di Sara Farid)

Il visual di questa edizione è uno still dal video Signals from future dell’artista taiwanese Betty Apple, prodotto da un programma di intelligenza artificiale che altera il suo volto, incrociandolo con altri visi umani e animali. Come una splendida cyborg, attraverso un’azione live inedita da Taipei dal titolo IT ME – ITME — TIME (Travel), l’artista ci offrirà uno sguardo sul futuro, un altro mondo possibile dove sono abbattute le barriere non solo tra generi ma anche tra umani, animali, vegetali e materia inorganica. La performance sarà presentata nell’ambito del talk Body in transition_Time/Space Travels (11/07, Scuola Pascucci), che vedrà anche il contributo digitale dell’artista ghanese transgender Va-Bene Elikem Fiatsi (crazinisT artisT), che con la nuova produzione Gray-healings-Grey-boa Madre Terra avvelenata, l’incubo di una tecnologia che, anziché aiutare con discrezione l’umanità, è capace di devastare equilibri millenari sono al centro di MADRE, il nuovo spettacolo nato dalla collaborazione tra Ermanna MontanariMarco Martinelli, il pittore e illustratore Stefano Ricci e il compositore e contrabbassista Daniele Roccato (11/07, NELLOSPAZIO). Per la prima volta in Italia sarà proiettata la serie di corti Afrofuturistik (14/07, Colle Giove) a cura della casa cinematografica Sudu Connexion con Baloji, regista e musicista congolese e altri autori, nel magico contesto del Cinema du Desert: un camion dotato di impianto fotovoltaico che trasformerà inaspettate location naturali o periferiche in un cinema “solare” sotto le stelle (altre proiezioni: Nausicaä della Valle del vento di Hayao Miyazaki, 13/07, Piazza Ganganelli; Songs of the Water Spirits di Nicolò Bongiorno, 15/07, Fiume Marecchia; Il Nuovo Vangelo di Milo Rau, 16/07, Ex Unicem). Il progetto è inserito all’interno del progetto europeo di cooperazione Create to Connect  Create to ImpactCherish Menzo, olandese ma originaria del Suriname, con la sua nuova performance Jezebel (13 e 14/07, NELLOSPAZIO) lancia una critica all’immaginario collegato alla figura femminile iper-sessualizzata delle Video Vixen, le modelle ingaggiate per i videoclip hip hop alla fine degli anni ’90, che hanno contribuito a rafforzare gli stereotipi associati alle donne nere. L’animalità e la connessione con mondi non umani sono al centro delle opere della giovane danzatrice Barbara Berti che, insieme a DOGOD. The Situation (9/07, Villa Torlonia, San Mauro Pascoli) e SPACE – Golden dream II (11/07, Villa Torlonia, San Mauro Pascoli), propone anche un workshop di contact dance fra cani e i loro padroni (13 e 14/07, Palestra Saffi), mentre la greca Lenio Kaklea con Ballad presenta il terzo capitolo del progetto multidisciplinare Practical Encyclopaedia, che si traduce in una coreografia che è anche una “lezione dimostrativa” di come i nostri gesti possano dare forma a un paesaggio in movimento e agire come pratiche d’emancipazione (17 e 18/07, Scuola Pascucci). L’artista queer residente a Berlino Sophie Guisset (in collaborazione con Est Coulon) propone Plus One, performance per una sola persona con la quale, attraverso la composizione di un puzzle, cerca di stabilire un’intimità e un dialogo raro anche in tempi pre-Covid (16, 17 e 18/07, Scuola Pascucci).

KLUB_TAIGA, un film di Rä Di Martino (foto di Alessandro Chiodo)

INTERZONE. Molti progetti del Festival ibridano forme e codici differenti generando opere eclettiche e irregolari. Romeo Castellucci, con Il Terzo Reich, un’installazione filmica con la performance della danzatrice Gloria Dorliguzzo e le musiche di Scott Gibbons, darà vita a un’opera che è l’immagine di una comunicazione inculcata e obbligatoria, dove il linguaggio può essere strumento violento e totalitario e dove la parola esaurisce interi ambiti di realtà (15 e 16/07, NELLOSPAZIO). Torna El Conde de Torrefiel, grande nome del panorama internazionale, con il primo studio su ULTRAFICCIÓN nr. 1 / Fracciones de tiempo, un esercizio visivo e poetico che tratta chirurgicamente le convenzioni fino a tramutarle in artefatti mostruosi (8, 9 e 10/07, NELLOSPAZIO). Il collettivo Industria Indipendente crea uno spettacolo-concerto immersivo in un’oscurità opaca, fumosa e brillante, dove vive e cresce un organismo pluripensante, fatto di più corpi: è Klub Taiga –Dear darkness (9, 10 e 11/07, Lavatoio), che sarà accompagnato dal film dell’artista e filmmaker Rä Di Martino. La cineasta francese Marie Losier con la sua immancabile camera 16 millimetri allestirà in un negozio vuoto del centro storico Shoot and smile! (10 e 11/07), un set cinematografico per realizzare quadri viventi degli abitanti, in dialogo con Felix Kubin. Il musicista tedesco sarà protagonista anche di un live electronics prodotto grazie a uno speciale scanner ottico che trasporrà in musica il film baluginante e hardcore sulla natura Dragonflies with birds and snake dell’artista Wolfgang Lehmann, (11/07, NELLOSPAZIO). Ispirato al film Ginger e Fred di Federico Fellini è invece il lavoro Sovrimpressioni di Deflorian / Tagliarini in collaborazione con il cineasta Jacopo Quadri, in prima nazionale nell’ambito delle iniziative Fellini 100 del Comune di Rimini (8, 9, 10 e 11/07, Sala Pamphili, Complesso degli Agostiniani, Rimini). Altra ricorrenza è al centro del progetto Ghost x Santarcangelo del collettivo belga GHOST (15 e 16/07): uno spettacolo-concerto dedicato a Mad Max (film ambientato proprio nel 2021) realizzato nella storica comunità utopica di Mutonia, fondata a Santarcangelo 30 anni fa, che il 17 luglio ospiterà anche lo spettacolo LEAPS OF FIRE di Games With Flames da Mutonia. Mescolando visivo e performativo, live e pellicola, i noti cineasti ZAPRUDER, vincitori dell’Italian Council 2020, presenteranno il pluripremiato film Zeus Machine. L’invincibile (13/07, NELLOSPAZIO), con le immagini filmate durante la performance Ascesa all’Olimpo al Festival del 2016. Il deserto sonoro è invece al centro del lavoro della compagnia Muta Imago che con Sonora Desert sperimenta un’installazione performativa per pochi spettatori alla volta, un viaggio sensoriale tra sonno e veglia e in uno spazio tempo circolare ispirato alle teorie della neurobiologia e della fisica teorica (15, 16, 17 e 18/07, Villa Torlonia, San Mauro Pascoli). L’artista svizzero Simon Senn presenterà il nuovo progetto dSimon (17 e 18/07, Supercinema), costruito attorno a un’intelligenza artificiale che la programmatrice Tammara Leites ha configurato ma che ben presto ha rivelato un suo comportamento proprio, sorprendente e inquietante.

Gloria Dorliguzzo, Folk Tales (foto di Lorenza Cini)

BEGIN ANYWHERE. Lo sguardo del Festival si dirige sulle giovani generazioni come atto politico di supporto a quella sfera del comparto artistico fortemente colpita dagli effetti della pandemia. Una sezione speciale accoglie un nucleo di giovani artiste e artisti che avrebbero dovuto essere in scena a dicembre 2020 in occasione di Winter Is Coming, e che finalmente presenteranno dal vivo spettacoli e interventi site specific (molti dei quali ultimati durante le residenze a Santarcangelo): avremo in prima nazionale Io non sono nessuno di Emilia Verginelli che per 16 anni ha svolto attività di volontariato all’interno di una casa-famiglia dove ha portato il teatro e incontrato Muradif Hrustic, appassionato di breakdance, che vedremo in scena insieme a Michael Schermi (17 e 18/07, Lavatoio); Gli altri لخرین. di Anna Serlenga & Rabii Brahim / CORPS CITOYEN che in sottile equilibrio tra finzione e realtà, espone il dispositivo di potere che sottende la rappresentazione orientalista dell’Altro a partire dalla finzione scenica (8 e 9/07, Supercinema); Virtual Studies for a Dark Swan dell’etiope Selamawit Biruk, una coreografia di Nora Chipaumire rivisitata in forma di assolo nella cornice del progetto Boarding Pass Plus Dance (17 e 18/07, NELLOSPAZIO); il progetto tra danza e live concert PA.KO doble, un gioco di parole con cui il duo italo-greco Paola Stella Minni / Konstantinos Rizos costruisce un dialogo intimo e tragicomico al di fuori delle logiche produttive, a partire da un archivio di gesti, intuizioni e materiali (15 e 16/07, Lavatoio); Folk Tales, prima coreografia di Gloria Dorliguzzo che allestisce un campo di battaglia e meditazione, in cui i confini vengono continuamente ridefiniti e messi in crisi (13 e 14/07, Lavatoio); Immagina un paesaggio eroico del collettivo internazionale Nova Melancholia, un omaggio alla rivoluzionaria marxista Rosa Luxemburg che più di cent’anni fa veniva assassinata dalle milizie di destra Freikorps a Berlino (15 e 16/07, Scuola Pascucci); il live set Romantic Disaster (studio) dei Madalena Reversa dove poesia si fa canto, musica, urlo di battaglia, un inno alla bellezza della natura che non deve morire e alle giovani generazioni che la custodiscono (10 e 11/07, Supercinema);  Plug-In Genetiko, una speciale performance con dj set del duo icastico ANKKH, che mostra la trasformazione da esseri primordiali umani a ibridi modificanti (Bisonte Cafè). Dallo IUAV arriva il collettivo Extragarbo, che produce due spettacoli: rovìnati di Leonardo Schifino, dove oggetti e corpi s’incontrano producendo architetture variabili e gli affetti si manifestano modificandone le possibilità (13 e 14/07, Campo da basket Francolini) e Call Monica dell’omonimo gruppo, un’indagine sullo sguardo come costruzione culturale e vettore di potere (13 e 14/07, Scuola Pascucci); Pankaj Tiwari, performer indiano da DAS Theatre di Amsterdam, che con Banyan costruirà un luogo informale dove immaginare, pensare e ritrovare un senso di comunità (dall’8 al 18/07, Campo / HTBT). L’esplorazione del linguaggio è al centro di Curva Cieca (studio) di Muna Mussie che, in dialogo con Filmon Yemane, adolescente non vedente eritreo, trasforma in questa inedita coreografia le sinuosità dell’alfabeto tigrino (10 e 11/07, Scuola Pascucci). Ispirata al trattato omonimo di Jean-Jacques Rousseau, debutta la performance Emilio di Alexia Sarantopoulou con Ondina Quadri, in cui il protagonista trasforma e si trasforma sulle suggestioni del testo del filosofo, in cui si immagina lo stato di natura come un presociale felice e utopico, luogo dell’uguaglianza e dell’autosufficienza (8 e 9/07, Scuola Pascucci). 50 ragazze e ragazzi migranti, rifugiati e richiedenti asilo saranno i protagonisti, in prima nazionale, del progetto Incroci in un percorso di rete coordinato da Teatro Magro di Mantova (che propone lo spettacolo V.VISITORS, 18/07, Supercinema), a cui partecipano Asinitas Onlus di Roma (con lo spettacolo ABITARE IL RITORNO. Echi e visioni di uomini e oggetti, 16/07, Supercinema) e Babel Crew di Palermo (con Elemen-Z, 17/07, Supercinema).

NUOVE ALLEANZE. Il Festival sfrangia i suoi confini attraverso un forte investimento su processi di partecipazione che coinvolgono cittadini e comunità. In questa traiettoria si muovono Luigi De Angelis / Fanny & AlexanderGiorgina Pi / Bluemotion e Defa / Cristiano De Fabritiis, autori di Grand Bois in collaborazione con Tempo Reale nell’ambito Create to Connect  Create to Impact: un’azione sul voodoo haitiano e la trance che il 9/07 trasformerà i tetti e i terrazzi del centro storico in un grande e travolgente rito sciamanico con il coinvolgimento di venti musicisti/e e percussionisti/e provenienti anche da comunità di emigrati africani del territorio. Una grande coreografia collettiva di Mara Oscar Cassiani con i Be Waters vede un nuovo sviluppo del primo studio Be Water, My Friends, presentato lo scorso luglio nel Parco Baden-Powell: un gruppo intergenerazionale e interculturale di più di 30 partecipanti, tra cui anche bambine e bambini, sarà autore e interprete di un originale ballo di gruppo, presentato presso lo Stadio comunale l’11/07. Mara Oscar Cassiani è una delle artiste del progetto europeo BE PARTdedicato alle pratiche artistiche che sperimentano il coinvolgimento di comunità locali di cui Santarcangelo dei Teatri è capofila.

PROGETTI SPECIALI. HTBT How To Be Together è un progetto di formazione e ricerca che comporterà la realizzazione di un villaggio temporaneo ecosostenibile, a cura di Chiara Organtini, progettato da AMA | Matteo Ascani e realizzato grazie a maestranze e competenze locali. Nato in collaborazione con alcune tra le istituzioni europee più innovative nell’ambito della formazione (KASK & Conservatorium / School of Arts di Ghent, DAS Theatre di Amsterdam, l’Haute École La Manufacture di Losanna, Prague Performing Arts Academy, Iuav – Teatro e Arti Performative di Venezia), HTBT ospiterà, per la durata del Festival, un gruppo di circa 50 artiste e artisti da tutta Europa che parteciperanno a 5 laboratori curati da: Jozef Wouters e Bart Van den Eynde sullo spazio e la capacità di performare nuove relazioni; Lotte van den Berg/Building Conversation su comunicazione e riti magici; Riccardo Benassi sulla politologia dell’immaginario; Cristina Kristal Rizzo su ecosistemi ultra umani e inter specie; Valentina Pagliarani che, con l’aiuto di 5 bambini della Scuolina Selvatica di Sarsina, inviterà gli adulti a mettere in discussione le proprie convinzioni. Il 18/07 nel cortile della Scuola Pascucci, il progetto sarà presentato pubblicamente in un’assemblea conclusiva con la partecipazione di Annalisa Sacchi, Frederik Le Roy, Silvia Bottiroli, Sodja Lotcker e Frédéric Plazy (direttori delle istituzioni formative coinvolte) e con i contributi dei facilitatori e partecipanti al campo. HTBT è sostenuto dalla Rappresentanza Generale della Comunità Fiamminga e della Regione delle Fiandre e dall’Ambasciata dei Paesi Bassi e inserito all’interno del progetto europeo BE PART.

H24 (accaventiquattro) è il progetto speciale che celebra i cinquant’anni di Santarcangelo Festival, caratterizzato da un’inondazione di eventi performativi per favorire la massima partecipazione di tutte le fasce di pubblico e rispondere alla crisi pandemica con nuove pratiche di vicinanza in spazi pubblici. H24 sarà inaugurato l’8/07 in Piazza Ganganelli da BOGA (Elementary pieces for the temple’s fire), un rituale condiviso con Live Arts Week X a Bologna, del musicista Enrico Malatesta Cristina Kristal Rizzo, che danzerà sui suoni prodotti dal Meriam Buluh, un cannone in bambù usato come dispositivo pirico e celebrativo, diffuso negli anni ‘90 nelle zone rurali di Malesia, Indonesia, Filippine.

Spazi di intersezione saranno dedicati anche alla sperimentazione musicale con un calendario di concerti gratuiti curati da Christopher Angiolini, direttore artistico di Bronson Produzioni, che abiteranno lo Sferisterio, trasformato già dalla scorsa edizione nel Bisonte Cafè: 9/07 Alina Kalancea; 10/07 Elasi; 14/07 CZN; 16/07 Rachele Bastreghi; 17/07 Pan Daijing; 18/07 OvO + R.Y.F. Musica ma anche interviste e commenti critici degli eventi del Festival saranno poi veicolati dal progetto radiofonico KIN di Usmaradio / Roberto Paci Dalò (usmaradio.org), realizzato nell’ambito Create to Connect  Create to Impact.

Madalena Reversa, Romantic Disaster (foto di Giulio Boato)

Dalla sfera contemporanea a quella tradizionale, con il programma speciale dedicato al Liscio in Piazza (10, 15, 17 e 18/07, Piazza Ganganelli), in omaggio alla recente scomparsa di Raoul Casadei, con i ballerini delle scuole “Balla con Noi” e “Le Sirene Danzanti”. La Piazza ospiterà poi Let’s Revolution! (13 e 14/07), laboratorio condotto da Teatro Patalò dal titolo Esercizi di vita all’aria aperta con 20 adolescenti del territorio e la non-scuola del Teatro delle AlbeRocco Papia e Nikki Rifiutile, con il workshop L’Orchestra RIUSOnica (8, 9, 10 e 11/07 con spettacolo 11/07) inviterà bambine e bambini a costruire strumenti da materiali di scarto per poi dar vita a una performance collettiva. Per adulti e adolescenti dai 12 anni in su sarà possibile partecipare a un workshop di breakdance con @bboywallthef (Muradif Hrustic) (16/07). Il Torrione Microteatro rispolvera la leggenda del re serpente con il workshop E´ Ribéss, finalizzato alla creazione di elementi da indossare per una esibizione pubblica per le vie e le piazze di Santarcangelo.

Sabato 10/07 dalle ore 12 a mezzanotte alla Sala Wenders del Supercinema Luca Mosso, Matteo Marelli e Cristina Piccino di Filmmaker Festival di Milano cureranno una maratona cinematografica di “Cose mai Viste”, fra cui La città del teatro dal progetto Transfert per Kamera realizzato al Festival 2020 e una serie di corti di Marie Losier presentati dall’artista. Domenica 11/07, Rä di Martino presenterà Klub Taiga sull’omonimo spettacolo di Industria Indipendente.

Presso la Biblioteca Baldini, il 17/07 si terrà la lecture e la presentazione del libro We Are Before dell’artista, performer e ricercatrice Sarah Vanhee, e sarà possibile incontrare le compagnie del Progetto Incroci. Il 10/07 si potrà assistere alla lecture The Pandemic, the Rollercoaster, the Grief and the Sun: Notes on More-Than-Human Dramaturgy di Daniel Blanga Gubbay.

Il cortile della Scuola Pascucci ospiterà inoltre una serie di talk pomeridiani in modalità mista live/digitale, con relatori e spettatori presenti ed altri collegati online: il 9/07, Iridescent Skins: performare la mescolanza, verso drammaturgie meticce con Francesca Corona, Anna Luna Serlenga e Muna Mussie (in collegamento con Selamawit Biruk ed Emilia Verginelli); l’11/07, Body in transition_Time/Space Travels: un viaggio tra spazio remoto e futuro prossimo con le performance online e in tempo reale di Va-Bene Elikem Fiatsi (crazinisT artisT) (da Kumasi, Ghana) e Betty Apple (da Taipei, Taiwan); il 14/07 Wintering: come resistere alla glaciazione del Fus (e altri dinosauri), incontro con tutti i giovani gruppi della sezione Begin Anywhere coordinato da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande; il 16/07 Biofiction_uno spazio per sirene streghe e uova a cura di Anna Antonio Ferrante e Ilenia Caleo insieme a Maddalena Fragnito, Beatrice Busi Federica Timeto. Tutti gli incontri saranno trasmessi in diretta Facebook dalla pagina @santarcangelofestival.

Infine, il progetto ERRANTE sentieri dialoghi visioni ideato e curato da Valentina Buldrini e Marta Lucchini, prevederà camminate mattutine lungo il Fiume Marecchia, tra Rimini e Santarcangelo. Lunedì 12 luglio sarà il Free Flow Day: non c’è nulla in programma, ma si lascia spazio a proposte spontanee ed estemporanee di artisti e pubblico.

Oltre ad essere un longevo esempio di come la sperimentazione possa essere la forza propulsiva che consente di superare le avversità, il Santarcangelo Festival, con la libertà espressiva che da sempre ne caratterizza i programmi, oggi simboleggia anche quella libertà fisica che gradualmente sta tornando a far parte della nostra quotidianità. – ha affermato Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne del Gruppo Hera – Una quotidianità fatta di sfide che tutti, cittadini e imprese, compiamo: come Hera, lo facciamo mettendo i nostri servizi – che anche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria non sono mai venuti meno – a disposizione dei territori e delle persone: comunità sempre più esigenti e attente al rispetto di alcuni dei valori che il nostro Gruppo persegue, come la tutela dell’ambiente, la transizione verso un’economia circolare e in generale il miglioramento della qualità della vita, al questo splendido Festival certamente concorre”.

“Il concept sul Futuro ci ha subito coinvolto – ha commenta Amalia Maggioli, Consigliere Delegato Commerciale, Marketing, Estero del Gruppo – ci piace immaginare il domani ed in questo particolare periodo è stato un termine che abbiamo associato a speranza, cambiamento, un’opportunità verso cui tendere. Possiamo però affermare che siamo nel futuro, lo viviamo non lo immaginiamo e soprattutto ci proponiamo di crearne e svilupparne traiettorie. Quello che mi ha piacevolmente colpito, soprattutto in questo prossimo appuntamento, è l’elevata presenza femminile. Infatti, le artiste presenti raggiungono quasi il 70% del totale, promuovendo spettacoli significativi dedicati a temi di interesse generale e condivisibili in un panorama internazionale. Molto interessante è l’immagine scelta per il 2021 dal video dell’artista taiwanese Betty Apple, che racconta, grazie all’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, un pianeta senza barriere tra generi e senza confini fra tutti gli abitanti della terra, umani, animali, vegetali e inorganici.”

Tutti i numerosi appuntamenti in programma si terranno in conformità con le vigenti regole per contrastare la diffusione del Covid-19. Gli spettatori dovranno indossare la mascherina fino al raggiungimento del posto assegnato e rispettare la distanza fisica di almeno 1 metro in biglietteria e nei punti informativi oltre che durante l’accesso agli spazi di spettacolo.

Santarcangelo Festival è realizzato dall’associazione Santarcangelo dei Teatri grazie al Comune di Santarcangelo di Romagna e Comuni di Rimini, Longiano, Poggio Torriana, San Mauro Pascoli e sostenuto da Commissione Europea, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Visit Romagna, Camera di Commercio della Romagna. Il Festival è partner di BE PART e Create to Connect → Create to Impact, progetti sostenuti dal programma Europa Creativa della Commissione Europea. Il Festival è sostenuto da Rappresentanza Generale della Comunità Fiamminga e della Regione delle Fiandre, l’Ambasciata dei Paesi Bassi e il Goethe-Institut Mailand, Dance on Tour Austria (DOTA). Un ringraziamento particolare va a Gruppo Hera, Gruppo Maggioli, Anthea Futura e Amir OF, main sponsor del Festival, per essere sempre al nostro fianco in un costante dialogo.

Biglietteria
Biglietti da 3 € a 12 €; riduzioni per under 26, Soci Coop e Touring Club.

Per gli spettacoli a ingresso gratuito è necessario ritirare comunque un titolo di accesso per l’assegnazione del posto. I dati personali raccolti nei punti di accesso allo spettacolo (nome, cognome, numero di telefono) saranno richiesti e conservati per un periodo di 14 giorni in ottemperanza del DL 18 maggio 2021 e successivi, in materia di contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19. Tali dati non verranno utilizzati per altre finalità nel rispetto del GDPR.

I biglietti sono in vendita solo ed esclusivamente online sul sito www.santarcangelofestival.com e presso la biglietteria in Piazza Ganganelli dal 5 al 7 luglio dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 19.00, dall’8 al 18 luglio fino alle ore 23.00. Non saranno accettate prenotazioni telefoniche o via email.

Contatti: biglietteria@santarcangelofestival.com; tel. 0541/623149, attivo dalle ore 10.00 alle 13.00.

Info
www.santarcangelofestival.com
info@santarcangelofestival.com
tel. 0541 626185

[In alto: Va-Bene Elikem Fiatsi]


Futuro Fantastico (II movimento)

Il senso di vivere nell’epoca dell’Antropocene è che tutti gli agenti condividono lo stesso destino mutevole, un destino che non può essere seguito, documentato, raccontato e rappresentato utilizzando una delle vecchie caratteristiche associate alla soggettività o all’oggettività. Lontani dal provare a “riconciliare” o “mescolare” natura e società, l’obiettivo politicamente cruciale è al contrario la distribuzione dell’agency il più lontano e nei modi più differenziati possibili.

Bruno Latour

Il modo in cui oggi creiamo, scambiamo e distribuiamo valore deve necessariamente tenere conto dell’interdipendenza di capitale sociale, culturale, umano, naturale, economico e finanziario. La generazione di ciò che possiamo definire come “ricchezza” o si accompagna alla generazione più ampia e completa di benessere civico o è destinata a fallire. Santarcangelo Festival si dedica da cinquant’anni a questa attività di produzione di impatto sul benessere civico, proponendosi sul piano culturale come una palestra pubblica per esercizi di cittadinanza, riarticolando, in collaborazione con l’amministrazione, lo spazio della città nella relazione fra natura e cultura e avendo assunto via via la funzione, tra le altre, di un ammortizzatore sociale sensibile alle diseguaglianze e che redistribuisce valore sul territorio. Vocazioni e funzioni che ha ricoperto anche in questo periodo eccezionale che stiamo vivendo. Sono stati mesi in cui il progetto artistico si è confrontato con la necessità di tutelare le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo dal vivo, di tenere conto di quella fragilità emotiva che necessariamente ha caratterizzato le produzioni di questo periodo e di prendersi cura dei pubblici nei modi diversi – tra digitale e dal vivo – che le aperture e le chiusure (fisiche e mentali) che si susseguivano hanno consentito. Anche il Festival, d’altra parte, ha vissuto il suo stato di eccezione, confrontandosi con la pandemia attraverso una programmazione mutante che è entrata in risonanza con le crisi e le speranze delle arti della scena contemporanea, in un percorso di accompagnamento lungo dodici mesi. Attraversando, quindi, l’inverno con la rassegna pensata per gruppi emergenti, Winter Is Coming, che si è trasformata, sotto la spinta dell’ennesima ondata di crescita della curva pandemica, in una nuova “creatura” co-curata con le compagnie coinvolte e lo staff del Festival: un happening in diretta streaming di dieci ore, Winter Is Locking Down. Sino al compimento di questo secondo movimento del Futuro Fantastico immaginato da Motus, che ha il respiro di una riappropriazione del senso dello stare assieme e della possibilità di riabbracciare i luoghi attraverso una loro condivisione. È a partire da queste sensibilità che il Festival si propone come un campo di esperienze che mette al centro la distribuzione di agency, nella convinzione che essere soggetti significhi condividere questa possibilità di agire assieme agli altri. E lo fa scegliendo di mettere in scena artistә provenienti dai diversi continenti all’interno della dimensione urbana ripartendo dalla centralità che la piazza ha avuto fin dalle origini nel 1971, per un incontro, voluto e al contempo accidentale, con una cittadinanza permanente e temporanea. Lo fa, nell’articolazione fra natura e cultura, costruendo un villaggio temporaneo ecosostenibile nell’area verde rigenerata del Parco dei Cappuccini per una residenza d’artistә o trasformando il Parco Baden-Powell in un teatro a cielo aperto per incontri H24. Lo fa attraverso progetti partecipativi, comunitari, a contatto con la natura, sostenibili… che restituiscono a chi partecipa la possibilità di agire “nei modi più differenziati possibili”. Questo agire dei corpi e della parola nello spazio pubblico intreccia continuamente i cinquant’anni di vita che celebreremo aprendo il Festival con il racconto di queste storie attraverso un libro e un documentario che vogliono fare il punto per guardare ai prossimi cinquant’anni. Il nostro futuro fantastico comincia da qui, buon Festival a tuttә.

Giovanni Boccia Artieri
Presidente Santarcangelo dei Teatri

Goodbyes & Goodvibes

Eccoci all’ultimo atto. Si chiude con questa edizione “di meduse, cyborg e specie compagne” la nostra direzione artistica a Santarcangelo. Stiamo lavorando da due anni ininterrotti e in 11 giorni a luglio tutto finirà e torneremo alla nostra vita di artistә… Se aggiungiamo alla temporalità “fuori sesto” anche l’irruzione della pandemia, i sentimenti che ci abitano ancor più si contorcono. Abbiamo scritto nel primo comunicato “con umore altalenante fra disperazione e speranza, o meglio Hope in the darkness per citare la Solnit”… ed è vero, in questi due anni abbiamo lavorato in uno stato di alterata sovraeccitazione, fra slanci in avanti e sguardi al tempo passato, fra immagini/ricordi dei nostri 30 anni di frequentazione del Festival, assieme alle riflessioni sui cinquant’anni della sua storia turbolenta, le trasformazioni della scena, l’avvicendarsi delle direzioni artistiche che con il loro mutare hanno contribuito a cambiare l’immaginario stesso dei cittadini e del pubblico che segue il Festival, sempre più mescolato, numeroso e proveniente da fasce geografiche e sociali anche lontane dagli habitué delle sale con le poltrone rosse… Dallo smarrimento della prima pandemia all’ostinazione nel voler tornare insieme nell’estate 2020, provando a ricostruire il Festival dai cocci, dai resti di quello che era il programma annullato, pietrificato “nell’ambra del momento”. Ed è da questa prima operazione di recupero che abbiamo iniziato davvero a comprendere quanto sia vitale mettere in atto pratiche di sostenibilità nel “curare” eventi artistici: è bello usare questa parola che male collide con la parola “evento”. Curare, “prendersi cura” degli atti artistici, preferiamo questo termine perché ogni opera è gesto, è una presa di posizione nel mondo e con esso dovrebbe risuonare in accordo o controtempo. Imparare davvero a prendersi cura è stata la più importante “lezione del virus”, che è diverso dal termine “curatela” tout court: c’è sempre una certa distanza in questo approccio che non si confà al nostro “esser parte del tessuto”, in quanto artistә a nostra volta. Non riusciamo ad avere lucide visioni d’insieme ma piuttosto ci lanciamo con trasporto (e incoscienza) nei flussi, agiamo ancora per innamoramento, di opere, dei percorsi di lavoro… slanci spesso stridenti con le risorse ancora troppo limitate che questo storico Festival tuttora ha a disposizione: una inaccettabile discrepanza nel mondo dello spettacolo, che ancor più in pandemia ha visto amplificate le differenze di finanziamento tra grandi eventi e realtà indipendenti, più periferiche ed eccentriche. Ma questa è una vecchia polemica che vogliamo portare avanti cercando alleanze con le variegate componenti del mondo dello spettacolo dal vivo, tutt’ora in fermento…

Oltre all’impegno estenuante per reperire risorse economiche che permettano di stipulare degni contratti lavorativi, il prendersi cura di un festival è anche – cambiando registro – cercare che le opere e le relazioni umane che le sottendono siano ossigenate, vivificate dal calore dello scambio, del confronto e anche e soprattutto della gentilezza…

Ed è alla gentilezza degli animali che guardiamo in questa edizione.

Vorremmo che il Festival fosse fatto e visto con gli occhi di un gatto o quelli specchiati di un pesce o di un cefalopode… vorremmo imparare a essere presenti e silenziosamente accoglienti, in osservazione, in apprendimento, con quella estraneità che la selvatichezza animale porta intrinseca e sacralizza. Abbiamo assorbito, appreso, ascoltato tanto in questi due anni, soprattutto da tantә artistә più giovani di noi e questa è stata un’altra bella lezione. Non viviamo l’età come barriera ma come catalizzatore facilitante di relazioni. Cerchiamo di tenere i sensori sempre accesi, cyborg dell’interrelazione sfrenata, soli, o meglio in due: anche questo è altro elemento centrale di questa pagina che è forse più un diario personale, che introduzione alla lettura del programma. Essere in due a confrontarsi con tutto lo staff, gli amministratori, il mondo dell’arte… essere in coppia alla direzione artistica e poi essere in tre con Chiara (Organtini) che ci ha affiancato su tutto, sempre con molto affetto… C’è spesso un terzo ad accostarsi nel nostro comporre scenari, di qualsiasi tipo, che siano spettacoli o progetti.

E il 19 luglio sarà tutto finito.

Già immaginiamo il vuoto abissale di quel giorno. Torneremo allora alla nostra vita d’artistә, mettendo comunque l’esperienza accumulata in questi due anni acrobatici a disposizione del nuovo direttore Tomasz Kireńczuk, così come Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino avevano fatto con noi…

Torneremo alla vita di prima con un nuovo spettacolo che deve ancor debuttare, nato fra le riunioni organizzative del Festival e il confinamento sempre più esasperante. Torneremo a quello che facevamo profondamente trasformati. Perché comunque questo Festival ha davvero un potere trasformativo per chi lo vive, lo cura e anche vi partecipa.

Quest’anno lo abbiamo chiamato “mutaforma”, termine che in realtà non è solo un aggettivo: al tradizionale “proteiforme” si è affiancato infatti questo neologismo, dall’inglese shapeshifter, che ha una lunghissima storia nella letteratura, nella mitologia e nel folklore di tutto il mondo, e incarna la possibilità per umani o altre creature di trasformarsi in altre specie. Non si conoscono bene le origini dei mutaforma, forse un tempo erano semplici individui in simbiosi con la natura. Per alcuni sono abomini e per questo visti come portatori di sfortuna, streghe o mostri, oppure esseri con un dono magnifico. Non hanno il senso di appartenenza ad un branco, o ad una specifica razza, pertanto non sono organizzati secondo gerarchie o classi, ma sono liberi e indipendenti e possono anche transitare fluidamente tra i generi. Di queste teorie e immaginari saranno intrisi tanti appuntamenti di questa edizione, gli incontri di approfondimento, la programmazione musicale e cinematografica… ma anche i luoghi stessi, a cominciare dal parco dei Cappuccini che quest’anno, oltre ad ospitare gli spettacoli all’aperto, si trasformerà in un villaggio ecosostenibile, con il progetto il cui titolo è già di per sé esplicativo: How To Be Together.

Abbiamo lavorato cercando di continuare, nonostante tutto, a produrre immagini, a fertilizzare il territorio inaridito dalla paura del virus che poi, banalmente e pericolosamente, diventa paura dell’Altro, del diverso da ciò che non rientra nelle consolidate categorie percettive. Quest’anno abbiamo ancor più spinto verso l’ibridazione e le pratiche di compostaggio per innestare una programmazione esplosa fra forme e linguaggi, corpi e voci minoritarie. Voci che sarebbe difficile intercettare, opere che a fatica andranno nei grandi contenitori dello spettacolo (almeno in Italia). Futuro Fantastico sarà un’iridescente misticanza di artistә di varie provenienze, che invaderà i luoghi riscoperti del Festival. E la tipologia degli spazi che occuperemo è tanto vasta quanto i formati, con un enorme sforzo organizzativo di tutta l’equipe, che qui ringraziamo con stima e affetto. Basterebbe forse elencare i luoghi per capire la natura tentacolare di questa edizione, che si estende da Piazza Ganganelli, che quest’anno sarà abitata esclusivamente da workshop per giovanissimi e ballerini di liscio, alle aule della Scuola Pascucci, al cortile della scuola stessa che accoglierà molti dei cosiddetti “gruppi di Winter Is Coming”… Poi allargandosi all’immancabile Supercinema che sarà occupato in entrambe le sue sale, tra spettacoli e maratone cinematografiche, così come il rinnovato Teatro il Lavatoio. Salendo poi ancora le strade del paese, il grande Sferisterio accoglierà musica con un programma eclettico e tutto al femminile curato da Chris Angiolini (Bronson produzioni) e il dopo-festival Bisonte che vedrà avvicendarsi alla consolle i djset di tantә artistiә del Festival stesso. Quest’anno poi le musiciste e musicisti di Grand Bois occuperanno i tetti e terrazzi delle vie del paese vecchio sino alla Rocca che troneggia misteriosa sulla città, facendo risuonare per tre ore le antiche mura a ritmi voodoo. Anche il meraviglioso Colle Giove sarà abitato da una serata dell’itinerante Cinema du Desert, il cui camion fotovoltaico si spingerà anche sulle rive del Marecchia fino a riscoprire e accendere il colosso industriale e fantasmatico dell’ex-Unicem. Abiteremo anche lo stadio con i Be Waters di Mara Oscar Cassiani e il campo dei Mutoid tornerà al centro del programma con un evento site-specific del collettivo belga GHOST: 16 musicistә/artistә per creare questo happening unico dedicato a Mad Max… Poi naturalmente il Parco dei Cappuccini sarà ancora cuore pulsante di questa edizione: Nellospazio ci saranno due grandi palchi all’aperto che conviveranno con il campo mimetizzato nel bosco nelle vicinanze: diverrà davvero un’area rigenerata e mai vista! Dal parco ci si potrà poi spostare a San Mauro Pascoli nella meravigliosa Villa Torlonia, da visitare in occasione degli spettacoli speciali che la abiteranno, per spingersi fino al Teatro Petrella di Longiano… così come seguendo il Marecchia, merita andare a Rimini per vedere l’omaggio a Fellini di Delorian / Tagliarini. A fare da collante, passeggiate all’alba lungo il fiume a cura del progetto ERRANTE_sentieri dialoghi visioni. Un programma H24 che andrà quindi da proposte inattese a opere più consolidate, ma sempre su quel crinale d’incertezza che dà al nostro lavoro senso e diritto di esistere. Tanti saranno gli spettacoli che “non abbiamo visto prima” perché era impossibile spostarsi, o perché sono opere nate proprio nel vuoto del lockdown o frutto di lunghissimi percorsi di ricerca e lenta metamorfosi, che incontreranno i primi sguardi proprio al Festival. E anche questo non ci fa paura: schiudersi alla città con un programma in parte Unknown (per citare un bel progetto di Markus Öhrn di qualche anno fa), con proposte che in buona parte nascono e si modellano su e per i luoghi del Festival e si fondano su dei patti di fiducia fortissimi fra noi e gli artistә coinvoltә, è un’altra grande sfida che abbiamo ritenuto giusto accogliere. Sarebbe stato facile affidarsi a grandi nomi o spettacoli comunque già circuitanti… abbiamo preferito “prenderci cura” con i mezzi sempre insufficienti – e lo dobbiamo ribadire – che un Festival con questa missione ha, di artistә con cui volevamo davvero entrare in contatto, umanamente, al di là della facciata promozionale, per metterci in gioco, rischiando, tanto, troppo? Chi può stabilire un limite di questi tempi. Noi non vogliamo, e avanziamo a testa bassa come capre, arrampicando su pareti ripide per guardare indietro da un altro punto di vista, e poi riprendere il cammino.

Le/gli umane/i devono lottare per la sopravvivenza dell’intera Terra, perché è in essa che sono radicate/i, assieme a tutte le forme di vita organiche, artificiali o non-umane, cyborg, creature altre, mostruose e inappropriate/ibili.

Angela Balzano
dall’introduzione a Le promesse dei mostri di Donna Haraway

Daniela Nicolò, Enrico Casagrande
Direzione Artistica Santarcangelo Festival

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