Il riscatto della Scala verso Carla Fracci ad opera di Manuel Legris

Carla Fracci esordì alla Scala di Milano in un balletto che seguiva la ‘prima’ della Sonnambula di Vincenzo Bellini, interprete Maria Callas, regia di Luchino Visconti, direttore d’Orchestra Leonard Bernstein. Un’edizione memorabile, storica, per la straordinaria interpretazione della ‘divina’ Callas nella parte di Amina. La giovanissima Carla Fracci si esibiva invece ne Le Spectre de la rose (un Pas de Deux, in un atto, coreografia di Michel Fokine, musica dì Carl Maria von Weber), che stupì il teatro. Di solito finita l’opera il pubblico si alza e lascia il teatro, disinteressando del “saggio” dei giovani. Ma il grande Visconti aveva sguinzagliato i suoi collaboratori ad esortare il pubblico a restare, perché, diceva: “La Fraccina va vista, va vista…” E il pubblico restò ed applaudì.

Carla Fracci e Manuel Legris

Visconti aveva visto giusto riguardo il talento di Carla e naturalmente non fu l’unico, e per Carla la Scala fu il punto di partenza del suo successo internazionale. “È stata la mia casa per tantissimi anni” affermava lei stessa. Ma tutti sappiamo anche che la Scala in seguito non fu molto riconoscente alla grande ballerina per come aveva portato alto il nome del teatro, tanto che quando ci furono le celebrazioni per il suo ottantesimo compleanno l’étoile annunciò che non avrebbe presenziato alla prima milanese di “Giselle” del 4 ottobre.

Mi scuso con i colleghi Bolle e Zakharova che ammiro e considero amici. Ma invece di essere contattata dall’ufficio stampa per sedermi in platea avrei desiderato che la sovrintendenza mi coinvolgesse in una serata speciale. Mi sarebbe piaciuto un gala che ripercorresse, come un abbraccio affettuoso, la mia carriera: in questo teatro sono cresciuta dagli anni della scuola. I tempi sono cambiati. Milano è cambiata. Peccato“ – riportò il Corriere. E così Milano perse l’occasione di celebrare questa sua grande figlia che fu accolta invece a braccia aperte dal San Carlo di Napoli che le dedicò due splendide serate intitolate “La musa della danza” e “Auguri Carla!”.

Carla Fracci e Martina Arduino prima della prima di Giselle

Ma ci fu chi riparò le pecche della Scala e questo è stato il nuovo direttore del ballo Manuel Legris il quale, non sappiamo se a conoscenza o meno della malattia della Fracci, pensò di farle un ultimo regalo riportandola all’interno delle sale prova perché lasciasse il suo testimone ai nuovi ballerino di quella che è stata la sua interpretazione più bella ed importante: Giselle.

“C’è bisogno di maestri che spieghino ai ragazzi l’universo danza. Non è solo una questione di sequenze, diagonali o virtuosismi. Dietro ogni balletto o personaggio, esiste un mondo. Chi spiega tutto questo? L’occasione di incontrare veri maestri e di poter apprendere da loro è un grande tesoro” rilasciò Carla in un intervista di anni fa. E Manuel Legris aveva capito benissimo l’importanza di questo ed infatti nelle due masterclass del 28 e 29 gennaio scorsi ha dato modo alla Signora Fracci di tornare in Scala nella maniera che desiderava, e ai giovani primi ballerini di avere un’occasione d’oro che non avrebbero più dimenticato per la vita.

Ringraziando il Maestro Legris, potremmo concludere citando il detto popolare: “meglio tardi che mai”.

Francesca Camponero

[Nella foto in alto, la masterclass di Carla Fracci su Giselle]

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