Omaggio a Nureyev alla Scala

Purtroppo nessuna riapertura dei teatri, purtroppo nessuna speranza che questo possa accadere a breve ed ecco che tutte le realtà artistiche continuano ancora a lavorare dietro le quinte anche se il loro operato esce all’esterno in video. Ma attenzione lavorare per un pubblico virtuale non è la stessa cosa che per un vero pubblico palpitante in sala e questo purtroppo continua a trasparire nel prodotto finale.

Il Galà dedicato a Nureyev che il Teatro alla Scala ha presentato domenica sera 28 marzo alle 20 sul suo canale YouTube prevedeva un programma assolutamente tradizionale che spaziava da Don Chisciotte al Lago dei Cigni, da Romeo e Giulietta a Cenerentola fino a Raymonda, in cui l’unica nota particolare è stata rappresentata da Manfred, un assolo che Nureyev creò nel 1979 traendo ispirazione da poemi di Byron e dal libretto su cui Čajkovskij basò la sua meravigliosa sinfonia.

Impegnata tutta la compagnia, soprattutto primi ballerini e solisti. Dal Don Chisciotte sono state presentate le danze dei gitani e quelle del giardino delle Driadi, da La bella addormentata è stato scelto l’Adagio della Rosa, da Il lago dei cigni il passo a tre del terzo atto.

Interessante e fresca la versione hollywoodiana di Cenerentola, rappresentata in Scala l’ultima volta nel 2006 di cui si è visto il passo a due del II Atto (con due ottimi Gabriele Corrado e Alessandra Vassallo). E poi ancora la famosa scena del balcone dal primo atto di Romeo e Giulietta in cui Nureyev fece, nel 1965, la sua prima apparizione alla Scala. A chiudere la serata Raymonda, portata alla scala nel 2000 dalla Compagnia dell’Opéra di Parigi.

«Rudolf Nureyev incarnava genio, perfezione e carisma», scriveva su Repubblica Leonetta Bentivoglio in un articolo del 2018, ma quando il grande ballerino diventò direttore del Ballo all’Opera di Parigi perfezione e carisma erano qualità che esigeva anche dai suoi ballerini (e grandi esempi di questo li abbiamo da nomi come Hilaire, Jude, Guillem, Dupond e lo stesso Legris), soprattutto nel momento in cui eseguivano le sue coreografie.

Allora viene da chiedersi quale sarebbe stato il suo pensiero se avesse preso visione di questa serata della Scala in cui sembrava mancasse l’anima, quel guizzo necessario perché uno spettacolo abbia colore. Tutti bravi, tutti belli, ma tutti senza Nureyev dentro.

Francesca Camponero

[In alto: Virna Toppi e Nicola Del Freo in Raymonda (foto di Brescia e Amisano)]

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