Ricordando Maya Plisetskaya, diva della danza dal gran stile e carisma

Qualche giorno fa abbiamo ricordato Ekaterina Maximova, strordinaria etòile del balletto russo ed oggi vogliamo rendere omaggio ad una altre delle grandi stelle del balletto internazionale, Maya Plisetskaya, scomparsa il 2 maggio 2015 a Monaco di Baviera.

Maya Plisetskaya in Carmen (1974)

La Plisetskaya ha indubbiamente lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della danza. Donna amabilissima, ha vissuto il proprio successo con grande stile, caratteristica saliente del proprio essere Ballerina. Figlia di un’illustre famiglia ebraica, Maya Plisetskaya ha vissuto sulla propria pelle le terribili purghe staliniane, fino all’adozione presso gli zii materni, peraltro apprezzati danzatori del Teatro Bolshoi di Mosca. Da lì la predestinazione moscovita, con la celere scalata allo straordinario successo che la vedrà protagonista fino ai suoi sessantacinque anni di età.

Danzò per la prima volta al Teatro Bolshoi a soli undici anni ne La Bella Addormentata. Nel 1943 si diplomò alla scuola coreografica e si unì alla Compagnia di Balletto del Teatro Bolshoi stesso, con il quale danzò fino al 1990. In quest’epoca l’etòile ha interpretato tutto il repertorio possibile, lavorando soprattutto in Unione Sovietica fin quando, avuto il consenso di espatriare nel lontano 1959, ha fedelmente portato in giro per il mondo il proprio orgoglio sovietico esaltandosi e, al tempo stesso, sconvolgendo il pubblico di tutto il mondo in festa.

Quando nel 1958 fu insignita del titolo di “Artista del popolo dell’URSS”, sposò il giovane compositore Rodion Scedrin, con il quale condivise ulteriore fama e che compose per lei le musiche di alcuni balletti tra cui Il cavallino gobboIl gabbiano (tratto dall’omonimo racconto di Anton Cechov), il Bolero ed Anna Karenina.

Maya Plisetskaya, “Cigno nero”

Dopo l’uscita di scena di Galina Ulanova, avvenuta nel 1960, Maya Plisetskaya fu proclamata la Prima Ballerina Assoluta del Teatro Bolshoi, interpretando il ruolo della principessa Tverskaja nella versione russa televisiva proprio di Anna Karenina. Nel 1971, suo marito scrisse la musica per un balletto sullo stesso soggetto, nel quale lei danzò il ruolo principale. Anna Karenina fu anche il suo debutto come coreografa. Altri coreografi che crearono balletti per lei furono Jurij Grigorovic, Roland Petit, Alberto Alonso e Maurice Bejart. È proprio a Maya Plisetskaya che si deve il balletto Carmen.

L’etoile aveva infatti un ardente desiderio di creare una versione danzata che avesse per protagonista il celeberrimo personaggio di Prosper Merimée. In occasione di una rappresentazione della compagnia di danza cubana presso il Teatro Bolshoi, Maya Plisetskaya incontra Alberto Alonso a cui chiede di creare la coreografia di Carmen, incontrando tuttavia delle difficoltà riguardo alla musica per l’esecuzione del balletto. Maya Plisetskaya si rivolse dapprima a Dmitrij Sostakovic, poi a Aram Ilich Chacaturjan i quali declinarono, lasciando ignari il campo libero a suo marito ad adattare lo spartito di Bizet nella nuova versione di Carmen Suite. Fu un vero successo.

Vladimir Putin e Maya Plisetskaya

Per il suo ottantesimo compleanno debuttò in Ave Maya, un pezzo coreografico di Maurice Bejart espressamente creato per lei ed interpretato al Teatro del Cremlino. Alla sua morte il presidente russo Vladimir Putin ha espresso i propri sentimenti di cordoglio come in altre rare occasioni ha voluto fare, riconoscendo il valore eterno dell’arte di questa straordinaria artista.

Io ho avuto il piacere di vederla un pomeriggio in cui, assieme a Carla Fracci, erano a Genova per celebrare una delle ultime edizione del Festival Internazionale del Balletto di Nervi. Erano state convocate al cinema Ariston di Via San Matteo, dove Mario Porcile le aveva inviate per una proiezione storica che le riguardava. Fu un pomeriggio davvero emozionante.

Francesca Camponero

[In alto, Maya Plisetskaya ne La morte del cigno]

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