Lettera di Rosanna Pasi (FNASD) alla Regione Emilia Romagna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa comunicazione di Rosanna Pasi, presidente della Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza (FNASD).

Rosanna Pasi

A seguito del documento della consigliera Piccini del M5S della regione Emilia Romagna, attenta a quanto oggi succede e in specifico alla presenza delle scuole di danza sul territorio, ha presentato richiesta alla V commissione regionale di poter svolgere un’audizione specifica sul mondo della danza in modo che tutti i consiglieri regionali possano avere piena consapevolezza delle criticità del settore e anche delle sue delle potenzialità.

Ora il momento terribile che oggi il mondo socio culturale vive a seguito del virus, pare rendere consapevoli tutti che nulla sarà più come prima e quindi sarebbe bene avviare una riflessione seria.

Vorrei sottolineare le attuali difficoltà del settore che in Italia conta numeri importanti superiori a quelli del calcio.

Divido la questione in due parti:

la necessità che le scuole di danza, stante il prezioso lavoro che svolgono coi bambini, giovani e con gli adulti possano riaprire, a settembre, le loro attività con l’aiuto anche dell’ente locale del loro territorio. Devono riaprire e mettere il o loro sapere a disposizione della comunità che avrà molti bisogni di ordine psicologico proprio per il periodo difficile che tutti, specie i bambini, stiamo attraversando. La scuola di danza si configura, a mio avviso, come luogo di BENESSERE, fisico, psichico, culturale ed artistico (proprio in questo ordine).

Una volta ripartita l’attività, ritengo giunto il momento di riflettere sul concetto di Sistema Danza oggi inesistente, che parta dalle scuole e di danza, e a seguire prenda in considerazione i licei coreutici, le scuole professionalizzanti, i professionisti e i teatri.

All’interno del sistema vanno affrontati temi spinosi per il settore:

  1. la certificazione delle competenze delle insegnanti di danza (oggi nessuno chiede ad una insegnante un curriculum);
  2. il rap,porto col liceo coreutico oggi vissuto in modo assolutamente conflittuale da parte delle scuole di danza;
  3. la possibilità di avviare una serio ragionamento sulla formazione di pubblico per la danza oggi inesistente;
  4. l’inserimento della linguaggio espressivo in un rapporto fruttuoso con la scuola;
  5. l’incontro coi direttori dei teatri che sono pronti a affittare i teatri per i saggi delle scuole con un notevole introito ma lo sono meno nella socializzazione di un cartellone di danza, per cui molti teatri riducono le presenze della danza nelle loro proposte, fino al punto che gli enti lirici hanno chiuso i corpi di ballo.

Questi sono i temi che vorremmo affrontare in regione e anche per dare un supporto al presidente Stefano Bonaccini che è anche presidente della Conferenza Stato/Regioni.

Rosanna Pasi

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