Ruth Saint Denis e Ted Shawn, pionieri della danza moderna americana

Quando si pensa alla modern dance americana, si pensa a Isadora Duncan. Ma non è stata la sola.

Ruth St.Denis, il cui vero nome era Ruthie Dennis fu una delle pioniere della danza moderna americana. Nata nel 1879 nel New Jersey fu una decisa protagonista della scena americana dei primi decenni del Novecento.

Ruth St.Denis

Il padre, Thomas Laban Dennis, era un inventore di poco successo e un alcolista. La madre, Ruth Emma Hull, fu una delle prime laureate in medicina, nonché femminista della prima ora. Aprì la sua fattoria ad artisti e seguaci della Christian Science, movimento religioso fondato nel 1875 da Mary Baker Eddy. Qui, la giovane Ruthie impara fin da subito che arte e spiritualità corrono parallele. Dalla madre riceve, anche, le prime lezioni di movimento ispirate alle teorie di François Delsarte (ideatore di uno stile di recitazione che intendeva collegare le emozioni espresse in scena da attori e cantanti a un preciso codice di gesti, movimenti ed espressioni che egli aveva messo a punto a partire dalle proprie osservazioni dell’interazione sociale fra le persone).

Oltre a Delsate Ruth seguì anche le lezioni di Maria Bonfanti, ballerina italiana della scuola di Carlo Blasis da cui studiò anche Isadora Duncan.

Ruth St.Denis debuttò come ballerina acrobatica a quindici anni e poi si esibì in spettacoli di vaudeville fino a entrare nel 1892 nella compagnia teatrale del regista e produttore di Broadway David Belasco. Da questa esperienza nasce in lei, come una vera e propria folgorazione culturale, l’attrazione per l’esotismo e per una spettacolarità eccessiva, di forte impronta emozionale. A Parigi, all’Exposition Coloniale, assiste alle danze moderniste di Loie Fuller e a quelle orientaliste di Sada Yacco.

La mitografia, spesso ribadita, racconta di una sua folgorazione durante una tournée di questa compagnia, quando in un drugstore di Buffalo rimase colpita da un manifesto di una pubblicità di sigarette che raffigurava la dea egiziana Iside, e qui che la ballerina iniziò a concepire una danza egiziana per la quale studiò approfonditamente alcuni testi.

Ruth St.Denis e Ted Shawn

Ispirata dalle leggende dell’antico popolo egizio, nella sua mente prese forma un’idea di danza legata all’Oriente e al misticismo come punto di collegamento tra l’uomo e un mondo superiore. Spinta dall’orientalista Edmond Russel, presentò alla Progressive Stage Society di New York l’idea di un balletto innovativo ispirato all’India. La società accettò e produsse una versione ridotta del dramma sanscrito Śakuntalā del poeta Kālidāsa con la St.Denis nel ruolo della ninfa Sānumatī, che andò in scena il 18 giugno 1905 al Madison Square Theatre.

Fu forse l’assolo di cui era protagonista nel Śakuntalā ad ispirarle la sua danza più famosa, Rādhā, nel quale sono evidenti le influenze della cultura indiana e che Ruth presentò al New York Theatre la sera del 28 gennaio 1906. Rādhā non fu la sola dea che Ruth interpretò: sempre più convinta del contatto tra umano e divino nella danza, concepì coreografie sempre più mistiche ed orientaleggianti, che davano ampio spazio all’elemento visivo.

In “Radha” essa si presentava a piedi scalzi, ornata solo di qualche gioiello di rame sul corpo nudo, avvolta nel fumo dell’incenso, severa e immobile come la statua di bronzo della divinità indiana; di fronte a lei i fedeli si prosternavano nel rituale dell’adorazione.

Il pubblico rimase sconcertato, la stampa commentò con titoli sensazionali lo spettacolo di questa “hindu del New Jersey”, e sottolineò la sensualità irresistibile di colei che venne addirittura definita come la creatrice di un nuovo culto. Lo scalpore non fu inferiore a quello che qualche anno prima avevano suscitato le tuniche di velo indossate dalla Duncan.

Ruth St.Denis e Ted Shawn

La St.Denis cerca sempre nella danza l’espressione di un significato essenzialmente religioso: ma il cristianesimo dualistico della cultura occidentale non soddisfa le sue esigenze artistiche, non potendo rappresentare, nella sua estrema decadenza, il simbolico obbiettivo finale della sua ricerca, vale a dire un uomo totale, che abbia, come lei stessa afferma, “una concezione più nobile di se stesso”. Per questi motivi essa volge lo sguardo verso l’Oriente, verso quella filosofia hindu che, nella sua prospettiva, incarna l’espressione più alta dell’essere intero, come fusione di corpo e spirito, come compenetrazione di arte e religione: questo, secondo lei, deve essere il senso della danza.

Iniziata con successo la carriera da solista, fece numerose tournée in Europa e nel 1914 sposa il danzatore Ted Shawn. Shawn prima di diventare un danzatore, aveva fatto studi di teologia ed era convinto che la danza potesse essere uno degli strumenti artistici più efficaci per riflettere i grandi valori dell’uomo e il tema essenziale della ricerca umana del divino, e per questo affermava che “chi conosce il potere della danza conosce il potere di Dio”. Deluso dalla tecnica accademica del balletto classico, che non rispondeva alle sue esigenze di danza totale, cercava la completezza di un nuovo modo di danzare che fosse contemporaneamente espressione di ricerca intellettuale, di impulsi sessuali e di comunicazione con gli altri tramite il movimento.

“La danza così concepita”, affermava, “è insieme morale e religione perché è l’espressione più alta dell’essere intero nella sua responsabilità nei confronti degli altri: più via abbiamo, più possiamo comunicare agli altri”.

Ruth e Ted nel 1915 fondarono a Los Angeles la compagnia Denishawn Dancers il cui nome nacque dalla fusione dei loro cognomi. Il contributo di Shawn al sistema didattico di Denishawn fu fondamentale: tramite Shawn, infatti, il vocabolario dei movimenti fu arricchito dall’apporto di moduli di danza popolare e di danza primitiva. Shawn vi inserì, inoltre, una propria versione liberamente adattata del balletto che, a suo parere, se usato come tecnica di preparazione fisica, poteva contribuire a fortificare ed elasticizzare il corpo.

Ruth St.Denis e Ted Shawn anziani

Ben presto alla compagnia la coppia ha affiancato una scuola di danza, la Denishawn School. Celebri allieve di questa scuola furono Martha Graham e Doris Humphrey, considerate le vere fondatrici della danza moderna americana.

Nel 1921 Shawn aprì una filiale della scuola a New York col nome di Eastern Denishawn. Profondamente attenta anche al rapporto tra musica e danza, negli anni ’20 creò un metodo di composizione coreografica che chiamò Music Visualisation. Nel 1931 la Denishawn (compagnia e scuola) si sciolse e Ruth St.Denis fondò la Society of Spiritual Arts, con la quale si ripromise di promuovere la danza all’interno delle religioni. Nel 1933 scrisse un libro, mai pubblicato, dal titolo The Divine Dance, nel quale raccolse le sue idee sulla danza e la religione. Nel 1938, per la prima volta negli Stati Uniti, fondò un corso di danza all’Adelphi College di Brooklyn.

Ruth St.Denis lavorò anche per il cinema. Negli anni dieci, collaborò con David Wark Griffith curando le coreografie per uno dei capolavori della storia del cinema muto, Intolerance (1916), per l’episodio ambientato a Babilonia.

Ruth era già apparsa sugli schermi nel 1894 in Ruth Dennis girato negli studi Black Maria, un breve cortometraggio che le era stato dedicato da William K.L. Dickson, regista di punta del primissimo cinema delle origini, un regista e inventore che lavorava per Edison. Nel 1915 aveva coreografato le danze di Rosie Dolly, una delle famose Dolly Sisters, la quale aveva il ruolo di una danzatrice esotica in The Lily and the Rose, un film che aveva come protagonista Lillian Gish, sceneggiato da Griffith e diretto da Paul Powell.

Ruth St.Denis anziana

Una delle più grandi donne di tutti i tempi”. Con queste parole Walter Terry, grande critico di danza americano, si riferiva a Ruth Saint Denis.

Il suo approccio era tanto pionieristico quanto spirituale e, oggi, non ci sono dubbi sul fatto che la St.Denis avesse trovato un bilanciamento ottimale fra la passione artistica e la ricerca interiore, applicandolo alla propria disciplina di riferimento. Questa azione sinergica è inoltre riflessa anche nel suo approccio alla pedagogia coreutica e, durante la sua intera carriera, miscelando la danza con elementi spirituali, riuscì a modellare su di sé l’immagine di una divinità danzante sensuale e metafisica.

Il suo grande impatto sulla storia della danza contemporanea, però, è più da attribuirsi alla sua attività pedagogica: la bellezza eterea che permeava gli spettacoli, infatti, venne affiancata da uno spiccato senso pratico. Nella sua scuola di Los Angeles venivano impartite lezioni su una varietà di stili notevole, che spaziava dal balletto alla danza orientale e a queste erano affiancate discipline di movimento corporeo come lo Yoga e la ginnastica.

Inoltre, alla pratica veniva alternata in modo rigoroso anche la teoria, attraverso letture che incoraggiavano gli studenti ad abbracciare una visione della danza che non fosse puramente tecnica ma anche spiritualmente strutturata.

Martha Graham, restò a studiare presso la Denishawn School per ben sette anni, il che dovrebbe essere sufficiente a delineare un fondamentale punto di passaggio del testimone verso i nuovi orizzonti creativi della danza del periodo. Ruth St.Denis, infatti ha contribuito fortemente a improntare quelli che, nei decenni successivi, sarebbero stati i personaggi chiave della svolta moderna americana.

Preparò l’avvento della modern dance con un modello di danza occidentale alternativo a quello esistente sui palcoscenici americani, ma allo stesso tempo un orientalismo che rifiutò decisamente la fuga dall’occidente per radicare i princìpi della nuova danza nella realtà americana.

Nel 1964, per le loro nozze d’oro, Ruth e Ted danzano per l’ultima volta insieme in Siddhas of the Upper Air. Nel 1966, a ottantasette anni, danza per l’ultima volta uno dei suoi assoli più rappresentativi e più illustrativo del suo credo artistico: Incense.

Ruth St.Denis danzò e creò coreografie ininterrottamente fino alla morte, nel 1968, utopicamente convinta che la sua danza, in quanto veicolo privilegiato di unione con il divino, potesse contribuire alla rinascita spirituale della società americana.

Francesca Camponero

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