La Fiaba de “Les Ballets de Monte-Carlo”

Da qualche anno, il Principato di Monaco è diventata la casa di molti ballerini e una destinazione per il pubblico che arriva anche da Marsiglia e da Milano. Tutto ebbe inizio nel 1993, quando la principessa Caroline invitò Jean-Christophe Maillot e gli propose di dirigere la neonata compagnia di ballo di Monaco.

A Maillot vennero promessi ampi poteri e finanziamenti, a condizione di dimostrare al mondo che la compagnia non fosse il giocattolo di una principessa. L’idea è stata quella di creare una compagnia che avesse una sua identità, coniugando la visione artistica del coreografo con la capacità manageriale di un uomo di azienda di successo, per dare al piccolo e regale principato l’opportunità di sperimentare tutte le possibilità espressive della danza.

Fonte: Wikimedia Autore: Marie-Laure Briane Licenza: CC BY 3.0

Con un budget annuale di 11 milioni di Euro, Maillot ha allestito un repertorio di 70 nuovi lavori, creati da lui stesso con il supporto di una eclettica squadra di coreografi. Ha fondato anche una scuola di ballo (diretta dall’italiano Luca Masala), forgiando studenti provenienti da tutto il mondo, e ha lanciato il Monaco Dance Forum, un festival internazionale di danza.

Casinò aperti agli spettacoli

Di certo non si poteva immaginare che sarebbe andata in questo modo quando il coreografo cinquantottenne arrivò nel Principato e conobbe una realtà finanziata dal gioco e dalle corse automobilistiche.

Anche se, sin dalle origini, le prestigiose case da gioco usavano finanziare spettacoli di artisti e danzatori, che per le grandi occasioni creavano coreografie specifiche. Questo è solo uno dei tanti modi di come i casinò e la cultura del gioco hanno influenzato diversi aspetti della società occidentale. Diversi sono gli spettacoli teatrali e di danza che durante l’anno si svolgono in molti casinò del mondo, da Las Vegas a Macao. Anche in Italia, il casinò di Sanremo è molto attivo nel proporre spettacoli di vario tipo ai suoi ospiti.

Maillot, un uomo dalle idee vulcaniche, anche se sa di stare nella corte più lussuosa, è molto interessato a divulgare la propria arte, la propria visione e la propria fortuna. È importante per lui che la sua compagnia e la fondazione non servano solo un pubblico d’élite. A parte un piccolo gruppo di posti VIP, i prezzi dei biglietti alla Salle Garnier, il teatro contiguo al Casinò di Montecarlo, sono infatti fissati a 35 Euro.

A beneficiarne sono anche altri coreografi. Tra gli altri, Maillot ha finanziato un lavoro d’avanguardia, Tragedie, del coreografo francese Olivier Dubois. Non uno spettacolo ideato per Monaco, e nemmeno del genere che piace a Maillot, che dichiarava: “Non è di mio gusto, ma Dubois è un artista d’integrità, e se non avessi dato quei soldi a lui questo lavoro non esisterebbe.”

Il coreografo crede che ci sia qualcosa di magico nell’intimità politica e geografica di Monaco – uno stato di soli 2 km quadrati – che è diventato un centro di creatività per la danza. Un posto a misura d’uomo, dove si ha a che fare con persone, non con istituzioni, e dove per organizzare una collaborazione basta una telefonata.

Anche con la protezione della principessa, Maillot deve giustificare il suo budget al governo. Qualche anno fa è stato prospettato un taglio del 20% dei finanziamenti, ma nonostante ciò, il coreografo avrebbe pur sempre un budget di lusso rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi.

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Fonte: Flickr Autore: Lijian Zhang Licenza: CC BY-SA 2.0

Una nuova concezione del balletto

La sua filosofia gli dice di non badare al pubblico perso ma di concentrarsi su quello che si può guadagnare. Maillot descrive lo stile della propria coreografia come un “confine minuscolo tra balletto e contemporaneo”.

Non è una semplice via di mezzo insomma, ma un differente modo di vedere il balletto e accordare la coreografia in modo più affine allo storytelling che alla tecnica. Un concetto di arte che rende I Balletti di Monte Carlo un gruppo capace di nuove proposte ad ogni stagione.

Molti dei lavori che ha commissionato sono stati eseguiti da coreografi provenienti dalla danza contemporanea, tra cui Shen Wei, Chris Haring, Cherkaoui ed Emio Greco. Queste collaborazioni hanno offerto al corpo di ballo l’eccezionale opportunità di lavorare su un’ampia gamma di coreografie.

La spinta personale di Maillot, in tandem con il sostegno della principessa, ha reso Monaco un punto di riferimento per la danza. Non ha idea di quanto possa durare questa situazione, ma è orgoglioso dell’eredità che è già riuscito a creare.

È stato la chiave per la missione della principessa di creare una “cultura vivente”, lavorando sull’educazione, la creazione e la diffusione della danza. Il rapporto di fiducia con la principessa è tale che, pensando al futuro disse: “Caroline e io diciamo sempre che potremmo aprire un ristorante.”

[Foto in alto: La rivisitazione de Il Lago dei Cigni del Balletto di Montecarlo]

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