A Genova arriva la Danza Butoh

Sabato 10 novembre, dalle ore 15 a Palazzo Ducale (Piano Nobile e Ducale Spazio Aperto) è in programma una giornata interamente dedicata alla danza Butoh. Un evento unico nel panorama nazionale, un’occasione di spettacolo e riflessione che mette a confronto i maestri che hanno lavorato a questa disciplina fin dalle sue origini con le ultime generazioni di performer.

Masaki Iwana

La danza Butoh rappresenta oggi uno dei confini più estremi del lavoro sul corpo e sul l’azione fisica e una della espressioni più radicali di rappresentazione. La genesi di questa forma d’arte, che dal Giappone degli anni Cinquanta ha ispirato artisti di tutto il mondo, ha contaminato le più diverse forme di creazione per la scena, dalla danza al teatro, dalla performance al circo contemporaneo.

L’evento prevede tre interventi performativi, una mostra fotografica e un incontro di riflessione, a cui parteciperanno artisti e studiosi che negli ultimi anni hanno dedicato al Butoh le loro ricerche.

Per la composizione della giornata e la scelta degli artisti la direzione artistica di Teatro Akropolis si avvale della collaborazione di Samantha Marenzi e Alessandra Cristiani, entrambe fondatrici della storica rassegna romana sulla danza Butoh Trasform’azioni

Ore 15 (replica ore 22), Sala del Minor Consiglio
Enduring Freedom, performance di e con Imre Thormann
Enduring Freedom è un ritorno alle radici della spinta creativa, un esperimento estremo che riflette sull’esplosione del tempo fuori dal suo angusto e convenzionale spazio di esistenza. Il corpo, nella sua nuda esistenza, è sezionato nelle sue singole parti e reinventato. Le identità si frantumano e svaniscono come sabbia tra le dita“Come se quel suo corpo, nelle sue parti, la testa con il collo, le spalle e le braccia, bacino e gambe fossero elementi di cui lui può disporre per comporre una partitura, mi chiedo quali parole possano descrivere la tensione di ogni suo arto e allo stesso tempo la leggerezza dei suoi movimenti.” Laura Santini – Mentelocale.
Durata: 50 minuti
Nello spettacolo è presente il nudo integrale

Ore 16>18, Sala Liguria
La danza butō dai maestri alle nuove generazioni di performer
Incontro con Samantha Marenzi, Matteo Casari, Elena Cervellati.
Samantha Marenzi (Università di Roma), Matteo Casari ed Elena Cervellati (Università di Bologna, curatori dell’Archivio Kazuo Ohno) incontrano il pubblico per approfondire la conoscenza della danza butō e i rapporti tra le diverse generazioni di performer.
Ingresso libero, sino a esaurimento posti

Ore 18, Sala del Maggior Consiglio
Clorifilla, performance di Alessandra Cristiani
Il corpo come una reliquia è abbandonato nella nudità di uno spazio. Gli unici atti possibili sono verso se stessi, nell’attesa e nel bisogno di ritrovare la sacralità di una profonda natura. L’inquietudine del lavoro si misura nel desiderio e nel mistero di poter avvertire un indicibile corporeo e un invisibile poetico.
“Alessandra Cristiani si muove come un animale ferito, mordendosi i polsi, leccandosi la pelle, portatore – nel suo trovarsi al limite tra morte e vita – di una sacralità muta, inesprimibile ma comprensibile.” Graziano Graziani – minima&moralia.
Durata: 40 min. | Concept e performance: Alessandra Cristiani | Voce e materiali sonori: Marcello Sambati | Luci: Gianni Staropoli | Fotografia: Daniele Vita
Nello spettacolo è presente il nudo integrale

Ore 19>20, Ducale Spazio Aperto, Mostra fotografica
I corpi del Butoh. Fotografie di danza tra Oriente e Occidente
Inaugurazione della mostra fotografica a cura di Samantha Marenzi. Immagini di Alberto Canu, Emilio D’Itri, Samantha Marenzi
Tre fotografi, tre sguardi sulla danza, dentro e fuori dalla scena. Il Butoh, i suoi protagonisti, i suoi spettacoli e le sue contaminazioni sono al centro di questa rete di sguardi che ha interrogato il corpo danzante. Lo spettacolo è solo uno strato della danza, che si nutre dei tempi lunghi del lavoro, delle prove, delle danze solitarie che sostanziano la ricerca oltre che fornire materiali alle performance. E il teatro è solo uno dei suoi possibili luoghi. La mostra accoglie i diversi tempi della danza visti da tre fotografi che utilizzano stili e tecniche differenti, dall’analogico al digitale, e che hanno stabilito un dialogo coi danzatori. Foto di scena, ritratti degli artisti, foto di danza. Fotografie, non semplici tracce, immagini autonome nelle quali la danza trova un nuovo palcoscenico, e il Butoh osserva se stesso spogliato dall’esotismo delle forme. A guardare verso l’obiettivo è il mistero che il Butoh mette in gioco: il corpo e la sua presenza enigmatica, che precede e sottende ogni espressione.
La mostra è aperta dall’8 al 18 novembre, ingresso libero

Masaki Iwana (foto di Hiroyasu Daido)

Ore 21, Sala del Maggior Consiglio
Vie de Ladyboy Ivan Ilitch, performance di e con Masaki Iwana
«Coloro che sono discriminati come minoranza sessuale / D’altra parte quelli che hanno arroganza e onore a causa della bellezza / Invecchiando è gradualmente marcio declino, bruttezza, infine ruggine / La sua contraddittoria dualità, la divergenza in lui incoraggerà le cose nuove».
“Non vedi […] più un corpo d’uomo, bensì un moto incessante, un’energia senza fine, l’estasi della creazione e la dissolvenza delle forme.” Simona Polvani – Paneacquaculture
Durata: 45 minuti

Informazioni e penotazioni [ www.teatroakropolis.com]

Francesca Camponero

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