Valerio Longo debutta a Reggio Emilia con Nine Bells

Chi non conosce Valerio Longo? danzatore storico di Aterballetto dal 2001, quando entra nella compagnia allora diretta da Mauro Bigonzetti, ed interprete di punta delle coreografie dello stesso Bigonzetti, e di Jiří Kylián, William Forsythe, Jacopo Godani, Ohad Naharin, Fabrizio Monteverde, Eugenio Scigliano, Johan Inger, Francesco Nappa. Già da anni, pur continuando la sua attività di danzatore, Longo si è dedicato anche alla coreografia. Le sue creazioni più importanti per Aterballetto sono: Il corpo che narra Trasformazioni (2004) assieme a Adrien Boissonnet e Beatrice Mille; Pororoca (2005), Saminas (2006), Siryscia (2008), Briza (2009), Minima sospensione (2010), Indomato effetto (2011) Shortrock (2012), White Night (2012), Nude Anime (2014), e quest’anno, il 10 ottobre alle ore 20,30 alla Fonderia di Reggio Emilia, debutta in uno spettacolo che fonde danza e musica in maniera intensa.

Nine Bells, questo il titolo, è una performance per un danzatore-coreografo, un percussionista, nove campane e un light designer, sull’opera omonima del compositore Tom Johnson, nata dall’incontro tra Valerio Longo con la musica del percussionista Simone Beneventi, già premiato con il Leone d’argento alla Biennale musica di Venezia. Nine Bells esplora le molteplici combinazioni di 9 campane sospese in una griglia 3 × 3, dove ogni campana è situata a circa 2 metri di distanza dalle altre. La musica è prodotta dai rintocchi delle campane, seguendo precisi percorsi intorno all’installazione. Il pezzo induce quindi a camminare moltissimo, più o meno rapidamente, e il rumore dei passi è parte integrante dell’opera. Esplorando sistematicamente tutti i possibili percorsi, dal momento che il percussionista colpisce ogni campana al suo passaggio, risultano anche tutte le possibili melodie. La performance è allo stesso tempo un esercizio fisico piuttosto impegnativo per il performer ma anche un evento di grande impatto visivo per il pubblico. Come in molte sue opere, la teoria e la pratica diventano un tutt’uno per nulla astratto: la struttura del pezzo si vede e si sente allo stesso tempo.

A sostegno del progetto la Fondazione Nazionale della Danza che conferma la centralità dell’interesse alla relazione tra musica e danza, oltre ad essere un segno di stima e riconoscimento verso un danzatore storico della compagnia, ormai avviato verso un autonomo percorso di maturità creativa.
Dopo Reggio Emilia lo spettacolo sarà a Milano il 13 ottobre al Teatro Franco Parenti.
Francesca Camponero