Intervista a Irina Kashkova, maestra di Timofej Andrijashenko, il nuovo primo ballerino della Scala

La direttrice artistica dell’International Dance Competition di Spoleto felice per la nomina del suo allievo a Primo Ballerino della Scala

Timofej Andrijashenko

Mancano 13 giorni all’inizio della 27esima edizione l’International Dance Competition Spoleto e per la direttrice artistica del Concorso, Irina Kashkova, è arrivata una notizia che l’ha resa molto felice e fiera: la nomina a Primo Ballerino della Scala di un allievo della sua accademia.

Stiamo parlando di Timofej Andrijashenko, il ballerino lettone, classe 1994, che dopo aver iniziato a studiare danza all’età di 9 anni presso l’Accademia Nazionale Statale di Riga, si è poi trasferito a Genova per continuare la sua formazione al Russian Ballet College di Genova diretto appunto dalla Kashkova.

Abbiamo pensato di intervistare Irina per sapare qualcosa di più riguardo questo talento proprio da lei scoperto:

Come e quando ha conosciuto  Timofej Andrijashenko?
Ho conosciuto Timofej a Spoleto nel 2009, allora aveva 14 anni, ed  era venuto per partecipare al Concorso di Spoleto dove ha vinto una borsa di studio offerta dal Gruppo Caltagirone. Poteva andare dove voleva, ha scelto la mia Accademia.

Come era Timofej da piccolo?.. ha dimostrato subito la sua dote ?
Mi sono subito accorta che era un talento. C’era da lavorare e tanto. Ma il materiale era di prima scelta. Ha dimostrato grandi qualità nell’apprendimento. Non aveva tanta voglia di sudare, diciamo che era un po’ uno scansafatiche, ma alla fine dopo qualche litigio, pianti e apparenti incomprensioni, i risultati sono arrivati. E che risultati! Tima infatti è stato vincitore di numerosi concorsi internazionali, Medaglia d’oro al concorso più importante del mondo,  quello del Bolshoi di Mosca, ed ora è Primo Ballerino al Teatro Alla Scala.

Irina Kashkova e Timofej Andrijashenko in due diverse fasi dell’evoluzione del ballerino

È stata lei ad indirizzarlo alla Scala?
Noi cerchiamo di  trovare una degna collocazione lavorativa per tutti i nostri diplomati. Dopo il diploma li seguiamo fino a quando non trovano “lavoro”. Così è stato anche per Timofej. Ma alla Scala è stato chiamato personalmente dall’allora direttore Makar Vasiev. Al momento della telefonata di Vasiev Timofej era “corpo di ballo aggiunto” al Teatro dell’Opera di Roma. Quello di ballare alla Scala è sempre stato un sogno di Timofej, basti pensare che durante il concorso di  Mosca quando mi hanno chiesto di chiedere al ragazzo se voleva rimanere a Mosca, lui rispose che se voleva lavorare al Bolshoi avrebbe studiato in Russia e non Italia. “Io voglio lavorare in Italia”, mi disse, e che il suo più grande desiderio era ballare alla Scala. E questo sogno adesso si è avverato.

Com’è Tima fuori dalla danza?
Quando era più piccolo era un ragazzo come tanti altri della sua età, ora è un ragazzo posato, tranquillo, amato dai suoi colleghi  e soprattutto molto umile e rispettoso e consapevole del ruolo che sta vivendo.

Siete rimasti in rapporti anche se ora vive a Milano?
Certamente, e ci sentiamo telefonicamente quasi ogni giorno. Ogni volta che balla in ruoli da primo ballerino vado a vederlo in Teatro. E’ molto legato a me e al Russian Ballet College. È come un figlio a cui ho cercato di trasmettere educazione, sensibilità e amore per questa splendida professione. Sono stata tra le prime persone che lui ha chiamato appena nominato primo ballerino.

Ha qualche anedotto riguardante il suo periodo di studi a Genova nella sua accademia?
Ci vorrebbe un libro per raccontare tutto quello che Timofej ha combinato negli anni del college. Spesso e volentieri, quando era invitato a partecipare a gala dimenticava o le musiche o qualche pezzo del costume che avrebbe dovuto indossare per lo spettacolo. Forse la più carina si è verificata alla prima Nazionale dello Spettacolo “Il Valore di una vita” al Festival di Spoleto. 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo mi comunica che ha dimenticato in hotel ad Assisi gli stivali del balletto Gopack. Pianti da parte sua seduto nel backstage del Teatro Menotti, io che gli urlo di tutto e di più. Una corsa folle  tipo formula uno da parte di Paolo Boncompagni, produttore dello spettacolo, che in meno di 20 minuti va e torna da Assisi. Ma poi dimentichi tutto quando lo vedi danzare.

Cosa prova la sua maestra a saperlo oggi primo ballerino della Scala?
Una gioia immensa.

Ringraziamo la Signora Kashkova per questa sua testimonianza e le facciamo i migliori per il prossimo impegno a Spoleto. Che sia l’occasione per scoprire un altro Timofej Andrijashenko?…vedremo.

Francesca Camponero

[Foto in alto: Timofej Andrijashenko a lezione da Irina Kashkova]

 

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