Egon – Introspettiva da Klimt a Schiele

Debutta al Teatro Cantiere Florida di Firenze, in Prima Nazionale, mercoledì 27 e giovedì 28 ottobre ore 21, EGON – Introspettiva da Klimt a Schiele, nuova produzione della compagnia Versiliadanza, coreografia di Leonardo Diana, con Barbara Carulli, Valentina Sechi, Naomi Segazzi, Leonardo Diana. Video PROFORMA (Nicola Buttari, Martino Chiti), musica di Andrea Serrapiglio e Luca Serrapiglio. Drammaturgia di Filippo Figone e Leonardo Diana. Light design di Gabriele Termine. Scenografia di Eva Sgrò. Spazialità sonora di Luigi Agostini.

Egon – un’introspettiva da Klimt e Schiele  è un progetto multidisciplinare incentrato sulla poetica dei pittori Gustav Klimt ed Egon Schiele, nella Vienna a cavallo del primo ‘900”, definita dal premio Nobel Erik Kandel,  “l’età dell’inconscio”. Il lavoro vede impegnati quattro danzatori, due musicisti, due video artisti, un light designer, una scenografa e un programmatore che hanno elaborato un linguaggio interconnesso tra le diverse discipline per mettere a fuoco la “grande Vienna” dove la relazione tra le arti e le scienze era incommensurabile e dove l’humus culturale era così ricco da creare connessioni tra personaggi come Gustav Klimt e Egon Schiele, Sigmund Freud, Arthur Shnitzler, Adolf Loos, Ludwig Wittgenstein, Arnold Schoenberg.

Egon, è una performance multidisciplinare che vuole ricreare l’aura che circonda le vite di Klimt e Schiele e i paradigmi estetici e filosofici, al tempo rivoluzionari, che sono riusciti a condensare, rappresentare e imporre. Una ricerca ispirata alle intenzioni dei due artisti di voler rappresentare tabù e archetipi, realtà rimosse e nascoste, attraverso simboli e figure, colori, gesti ed espressioni, corpi astratti dai propri contesti, che mostrano le loro ambiguità, figli delle contraddizioni della società nella quale sono costretti a vivere, oggi come allora.

Lo spettacolo si sviluppa nella relazione tra corpo, gesto e nuove tecnologie (in particolare nella musica, nel video e nell’utilizzo di software). Leonardo Diana si confronta con i due artisti che hanno ostentato un radicale cambio di paradigma nella sfera dell’immaginario, illustrando un periodo carico di turbamenti storici ed esistenziali e rendendo manifesti impulsi interiori ed inconsci. Interpreti e condensatori del fermento di idee viennese, e quindi anche del contemporaneo, insofferenti alla censura, Klimt e Schiele hanno sempre seguito nel loro percorso la massima del critico d’arte Ludwig Hevesi, inscritta sul frontone del palazzo della secessione a Vienna: “A ogni epoca la sua arte, all’arte la libertà”. Entrambi disegnatori e ritrattisti superbi, decisero di sviluppare la bidimensionalità nei loro quadri per svelare ciò che stava nascosto dietro ai soggetti rappresentati nella precedente formale concezione di ritratto e nella fissa esteriorità della nascente fotografia. La loro riconsiderazione del femminile, l’utilizzo del nudo, la continua riflessione sulla sessualità e la sua influenza sulla psiche sono tematiche che hanno ispirato i due pittori nella loro arte rivoluzionaria. Poetiche differenti ma vicine quindi, per realizzare un’arte che in quanto tale aspirava ad essere eterna e soprattutto libera, incentrata sulla ricerca di un’introspezione psicologica, del voler rappresentare tabù e archetipi, realtà rimosse e nascoste, attraverso simboli e figure, colori, gesti ed espressioni, corpi astratti dai propri contesti, che mostrano le loro ambiguità, figli delle contraddizioni della società nella quale sono costretti a vivere, oggi come allora.

Ma anche il contrasto tra i due artisti sta nella rappresentazione del corpo. In Schiele, ossessionato da sé stesso e dall’autoritratto, emergono corpi contorti e asimmetrici, scossi dal disagio interiore e come preda di spasmi e convulsioni, di impulsi incontrollabili coscientemente, afflitti da un horror vacui a causa dello spazio privo di punti di riferimento in cui si trovano. Mentre sono ambigui e seducenti, simmetrici e armoniosi i corpi (principalmente femminili) avvolti ed esaltati dalla caleidoscopica componente ornamentale e decorativa, caratteristica in forme diverse, della produzione artistica di Gustav Klimt (che invece non ha mai ritratto sé stesso).

Lo sviluppo della coreografia si muoverà tra conflitti e opposizioni, generati da dicotomie e binomi come luce e ombra, eros e thanatos, apollineo e dionisiaco, simmetria e asimmetria, ordine e caos,identità e doppio, riconoscimento e spaesamento.

Partendo dallo studio delle posture dei corpi di Klimt e Schiele, dalla continuità del loro gesto pittorico, si sviluppano diverse qualità motorie che abitano la scena, come a comporre dei quadri interattivi, andandosi a sovrapporre al lavoro video e musicale degli altri artisti coinvolti. Linee rette e orizzontali, a cui Freud, Loos e molti altri hanno attribuito una simbologia rispettivamente maschile e femminile, si confondono. Sinuosità e frammentarietà dei movimenti si alternano, figure simmetriche vanno a comporre giochi e visioni caleidoscopiche ed ipnotiche, interrotte come in un dejavù dall’irrompere dell’asimmetria. L’utilizzo delle luci di scena e l’elaborazione video, curata dal gruppo PROFORMA, si sviluppa attraverso un lavoro di projection mapping site specific, che vede il suo sviluppo partendo dalle suggestioni delle pitture e delle tematiche del primo ‘900 viennese per andare ad indagare aspetti simbolici e introspettivi dell’uomo. Grazie allo sviluppo di un software dedicato, le immagini hanno diverse funzioni che spaziano dal set design al costums design con proiezioni direttamente sui corpi dei danzatori.

Il collettivo Airchamber ha prodotto musiche originali, che si ispirano a compositori fondamentali della storia della musica, strettamente legati alla “grande Vienna”, come Ludwig Van Beethoven, Johannes Brahms, Gustav Mahler e Arnold Schönberg. L’esplorazione delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, interattive e non solo, viaggia parallelamente all’uso degli strumenti tradizionali: dai sensori ai microfoni a contatto, dai controller midi ai “sensori di profondità”, come la kinect della Microsoft, grazie al quale è possibile dare una mappatura completa del corpo.

Produzione Versiliadanza 2017 con il sostegno di MiBACT – Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze e la collaborazione del Teatro Cantiere Florida di Firenze, Armunia / Festival Inequilibrio, Goethe Institut di Firenze

Info Teatro Cantiere Florida
Via Pisana 111r, 50143 Firenze Telefono: 055 713 5357
www.teatroflorida.it

 

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