Bruno Verzino: “Mario Porcile è stato e rimarrà sempre il mio portafortuna”
Continuando il nostro viaggio attraverso il Festival del Balletto di Nervi ed il suo creatore Mario Porcile, questa volta arriviamo in Calabria, a Cosenza, dove abbiamo raccolto la testimonianza di Bruno Verzino, altro danzatore di pregio che dal 2005 dirige il centro professionale New World Ballet School che proprio a Cosenza, costituisce un ottimo spazio creativo che oltre a formare nuovi ballerini, vede anche la nascita di brani coreografici la cui peculiarità è la ricerca e sfida tecnica, quasi al “limite” delle forze, come dice lui stesso.
Bruno inizia lo studio della Danza Classica con Marisa Matteini, étoile del Teatro dell’Opera di Roma all’età di 13anni. Viene scelto da V. Biagi al I° corso di perfezionamento Aterballetto nel 1979. Diviene Solista della Compagnia Danza Prospettiva di V. Biagi, poi Primo Ballerino dell’Israel Ballet, Solista Principale del Teatro Nazionale di Belgrado, nonché danzatore del Ballet Royal de Wallonie. È stato anche assistente alla produzione di Giselle al fianco del Maestro Zarko Prebil all’Accademia Nazionale di Danza in Roma.
Nell’arco del suo percorso artistico è stato vincitore di numerosi e prestigiosi premi: dal Premio Beato Angelico per la Danza al Premio Apollon Musagete, dal Premio The Rubber Wall per la versatilità dalla Royal Academy of Dancing di Londra, fino al Premio Minerva 2012 a Vibo Valentia per la promozione e divulgazione della Danza Classica in Calabria.
Ma veniamo all’argomento che ci sta a cuore e che continua ad entusiasmare i nostri lettori, l’incontro con Mario Porcile, un incontro che Bruno Verzino definisce ”fondamentale e risolutivo” in quanto è avvenuto proprio al Premio Beato Angelico per la Danza nel maggio 1985. Porcile era in giuria insieme all’indimenticabile Gabriel Popescu, dove fra gli altri vi era anche il direttore artistico della Royal Academy of Dancing, mentre presidente di giuria era Micha Van Hoecke. In quell’occasione il maestro Porcile aggiunse al Primo Premio della Giuria, un invito a partecipare al Gala-Stage di Gardone Riviera proponendo a verzino di danzare il Pas des Deux del II° atto de Il Lago.
Al gala stage di Gardone, Verzino ebbe modo anche di conoscere Yvette Chauviré la grande stella della danza francese, che sotto invito di Mario Porcile, assistendo ad una prova del Pas des Deux di cigno bianco, decide di sua volontà di dedicare prove e coatching privato a Bruno per il ruolo di Sigfrido. “Fu un incontro magico!” racconta Verzino “ In quanto Yvette mi insegnò la versione francese del brano che la rese memorabile insieme al ruolo di Giselle. Io naturalmente le dedicai il passo a due nella serata di gala. Da lì per me cambiò tutto – continua Verzino -. In quel galà prendevano parte ospiti straordinari come la coppia d’eccezione Vladimir Derevianko e Gabriella Cohen che presentarono il Grand pas des Deux di Schiaccianoci”. E fu proprio Derevianko a notare le qualità di Verzino nel passo a due del Lago, e dopo l ‘evento ad invitare il ballerino ad unirsi a lui ed alla moglie Paola Belli in una serie di serate di spettacolo in giro per l’Italia.
“Mario Porcile era un tipo diretto, ma discreto seppur selettivo e senza spocchia…semmai era terribilmente ironico. – afferma Verzino – Io lo conoscevo di nome per via dello storico Festival di Nervi da lui ideato e perché sono stato allievo e danzatore di Vittorio Biagi del periodo primo Aterballetto.
Ho risentito telefonicamente il maestro poche volte ma ogni volta mi riconosceva subito ed era sempre felice dei miei percorsi. Un festival come quello di Nervi dovrebbe rimanere per sempre sul nostro territorio perché ha significato la più alta espressione della Danza Classica nel mondo avvicinandoci ad artisti e compagnie di Balletto per noi insospettabili al tempo. Oggi per me non esistono in Italia figure imprenditoriali ed artistiche allo stesso tempo, come Mario Porcile. Manca il carisma e la conoscenza raffinata che possedeva. Lui non faceva mercato.Era un vero estimatore e filantropo.
Per me comunque il caro e compianto maestro è stato ed è per sempre il portafortuna, il mio incitamento interiore a non smettere di credere nella Danza di qualità. Figure come la sua erano così rassicuranti per alcuni talenti, in quanto Mario ti metteva voglia di ‘non aver paura’. Con il suo incitamento partivi senza remore alla ricerca dei tuoi spazi”.
Come non essere d’accordo con le parlole di Bruno….
Francesca Camponero
[Foto in alto: Prova in scena de La bella addormentata con Israel Ballet nella versione di Berta Yampoksky ex direttrice artistica. 1988]