Una tromba d’aria distrugge i meravigliosi parchi del Festival di Nervi

I parchi di Nervi sono un vero e proprio “valore aggiunto” per Genova. Sono un polmone verde, un patrimonio storico, la meta per la passeggiata domenicale, un rifugio contro l’afa e la calura estiva. E sono stati anche la sede del Festival Internazionale del Balletto, ovvero di quella che è stata probabilmente la più grande rassegna mondiale di danza all’aperto mai esistita. Da qualche settimana ne stiamo ripercorrendo la storia grazie ai ricordi, alle conoscenze e alla passione di Francesca Camponero. Lo abbiamo fatto e naturalmente – non siamo fra coloro che si arrendono facilmente – continueremo a farlo con la speranza di trovare qualcuno disposto a riprovarci, a ripercorrere questa magnifica avventura, a mettersi in gioco. 

Nei giorni scorsi abbiamo parlato con Nerio Farinelli, presidente del Municipio di Genova Levante, quello che ha competenza territoriale sui parchi. Il quadro che ci ha delineato è stato assai poco incoraggiante: quaranta alberi pluricentenari abbattuti dalla tromba d’aria e altri venti che sono stati tagliati per ragioni di sicurezza. Un danno ambientale e storico enorme, una mazzata dalla quale ci si potrà risollevare soltanto con l’aiuto di tutte le istituzioni e la collaborazione attiva della cittadinanza. Il tutto in un’area che era da tempo sottoposta a un difficile intervento di recupero a causa del degrado che l’aveva colpita anche a causa di scelte miopi di passate amministrazioni comunali.

Al termine del commento di Francesca Camponero, pubblichiamo alcune fotografie scattate da Roberto Zanleone. Potrebbero sembrare scene di guerra, sono gli effetti della devastazione causata dalla furia della natura. Fra quegli alberi caduti avevano passeggiato miti della danza quali Rudolf Nureyev, Margot Fonteyn, Carla Fracci, Luciana Savignano, Paolo Bortoluzzi (genovese, chissà quante volte…), Maurice Béjart, Roland Petit e un numero incredibile di grandissimi fra ballerini, coreografi, musicisti oltre, naturalmente, alle decine di migliaia di spettatori che il Festival ha portato ai parchi nei molti anni della sua storia.

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È successo venerdì 14 ottobre, 4 giorni fa, che una tromba d’aria si sia portata via gran parte delle splendide palme che sovrastavano i Parchi di Nervi a Genova. Il giorno prima era stata data allerta rossa nel genovese, ma prima delle ore 13 non era sopraggiunta che qualche goccia nella città e nella sua riviera. All’improvviso il colore del cielo è cambiato ed arrivato il finimondo che ‘sta volta si è abbattuto sulla riviera di levante a cominciare appunto da Nervi.

Le foto che sono girate su internet sono davvero terribili se si pensa alla bellezza di quei parchi che ogni martedì noi ricordiamo con affetto perché sede del Festival internazionale del Balletto per ben 34 anni. Tutto distrutto, compreso il casolare retrostante quello che fu il Teatro Taglioni, che ultimamente serviva come spogliatoio dei ballerini o sala per i vari stages.

Il mio pensiero quando ho visto il grande scempio della natura è andato subito a Mario Porcile ed ho pensato che se fosse stato ancora tra di noi e naturalmente avesse saputo dell’accadutosi sarebbe espresso così: “E con questo credo proprio non ci siano più speranze per un futuro festival ai parchi”. In effetti a guardare lo stato in cui si trovano adesso viene difficile pensare che sui quei prati, fra quei tronchi e rami contorti che invadono viali e sentieri del parco, in breve tempo si possa effettuare qualunque tipo di manifestazione.

E pensare che la grande Luciana Savignano nel 1978, venendo a danzare sul palco di Nervi assieme a Paolo Bortoluzzi disse così: “Danzare a Nervi, nella suggestiva cornice dei Parchi, è stata per me un’esperienza umana ed artistica indimenticabile, irripetibile. La bellezza del luogo dove mentre si danzava si riusciva a sentire il profumo delle foglie, il canto degli uccelli notturni, anche se qualche volta sopraffatto dal passare di un treno, l’internazionalità del pubblico e la straordinaria presenza di Mario Porcile facevano di questo Festival un appuntamento febbrilmente atteso da ogni artista”.

Francesca Camponero

[Foto in alto: i parchi com’erano]

Scene di devastazione a Nervi

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