Karole Armitage, la monella punk porta il “sogno americano” a Ravello

La monella punk, la coreografa ribelle e la più italiana delle americane è proprio lei: Karole Armitage. Un’esplosione di femminilità, felicità e spensieratezza a disposizione della nostra penna.

Una telefonata di trenta minuti, un sogno ad occhi aperti come quello registrato in scena con American Dream lo scorso 6 agosto sul Belvedere di Villa Rufolo a Ravello. La prima ed unica rappresentazione del titolo è stata commissionata dal Ravello Festival, nella persona della direttrice artistica della danza Laura Valente, per omaggiare lo storico riavvicinamento politico tra L’Avana e Washington di queste settimane. Eh sì, la Armitage ha proposto un American Dream, speculare alla festa cubana del prossimo 20 agosto in scena ancora al Belvedere di Villa Rufolo con Cubania en el Ballet.

Armitage.MichaelClark
Karole Armitage e Michael Clark

Ma andiamo con ordine. Ha cominciato lei, la Karole d’Italia, sia per i suoi trascorsi lungo la Penisola che per il viscerale amore per il Bel Paese.

Amo l’Italia e ci torno sempre volentieri. Ogni volta è come se fosse la prima e non vorrei mai che fosse l’ultima. Sono stata una sola volta a Ravello di passaggio ma ora me la sono gustata proprio per bene. È un posto bellissimo ed il Belvedere è ancora più magico di quanto ricordassi. E poi che dire dell’Italia? A Firenze ci ho lavorato tanti anni ed a Napoli ci sono stata recentemente per il mio Orfeo e Euridice. L’occasione di questa volta ha caratteri più complessi del solito. Si parla, anche se sottovoce, di politica e fratellanza. La danza è per natura innamorata della vita perché esercitata dagli uomini che, sempre per natura, sono nati per essere uniti e felici. La danza è l’essenza stessa della felicità e noi dobbiamo preservarla. Se ragioniamo in questi termini allora anche la politica ha il suo posto al fianco di Tersicore. In caso contrario nessun balletto potrà mai essere politicizzato. Nessuno! Il coreografo ha infatti il dono di poter seguire il tempo ed assecondarlo alla propria vita artistica. Tutto qui. Poi che Cuba ed USA facciano giustamente la pace ne è solo una conseguenza naturale. Semmai il contrario era ed è un’anomalia!

Parole semplici ed al contempo fortissime quelle di Karole Armitage. Il suo American Dream è un inno alla gioia, alla spensieratezza ed alla storia americana degli ultimi due secoli, mica poco! Del resto questo sogno coreutico è stato rappresentato nel segno di Martha Graham, del New York City Ballet, di William Forsythe, del tip tap e del freestyle. E poi il rap che ha abbracciato il freestyle, il New York City Ballet e l’Armitage Gone! Dance che hanno diviso il palcoscenico con un estratto del più grande innovatore della danza di tutti i tempi quale George Balanchine, il suo preferito. Ed infine Richard Move che, en travesti, ha interpretato la Signora della danza moderna Martha Graham.

– È un mosaico che è andato in scena per la prima ed ultima volta quella sera, con un programma così eterogeneo che si è partiti con un estratto dall’Apollo balanchiniano, interpretato dalle étoile del New York City Ballet ed un duetto tratto da Agon, ancora del mio Balanchine e del compositore Igor Stravinsky insieme con i miei ragazzi dell’Armitage Gone! Dance. E poi l’Alvin Ailey II ha partecipato con un brano di repertorio, il quadro Wade in the Water, estratto dal capolavoro assoluto Revelations, tanto per restare in tema di creazioni su spirituals, gospel songs e blues, hit evergreen griffati da Alvin Ailey.

Un mix che ha racchiuso l’eterna bellezza della danza di Karole Armitage, soprattutto nella sua chiusura di Summertime nel quale ha vitalizzato oltremodo l’estate in Costiera ed al di là dell’Atlantico, in un ponte capace di unire coreuticamente due popoli in attesa del loro abbraccio cubano del 20 agosto prossimo sul Belvedere di Ravello.

– Ce l’ho messa tutta a seguire le idee di Laura Valente, una donna ed una direttrice artistica davvero unica. Credo di aver colto l’idea e portato in scena quanto di più bello si potesse fare con questi meravigliosi ragazzi. Il mio prossimo impegno sarà nuovamente al di là dell’Atlantico, al MIT di Boston con le nuove tecnologie e le nuovissime scienze a disposizione del progresso coreutico. Una nuova sfida dopo la grande tradizione classica del Ravello Festival.

Davvero un sogno, un American Dream all’italiana.

Massimiliano Craus

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