Ventriglia: “Io e il balletto italiano in Nuova Zelanda”

Ex ballerino alla Scala da un anno è direttore artistico del Royal New Zealand Ballet. È in Italia con la sua compagnia per un tour fra Udine, Vicenza e Roma

Francesco Ventriglia ha 37 anni. È stato ballerino alla Scala di Milano. Dal 2010 al 2013 ha diretto con successo MaggioDanza la compagnia del Comunale di Firenze. Nel ‘14 è stato chiamato a dirigere il Royal New Zealand Ballet a Wellington. In questi giorni è in Italia con la sua compagnia Neozelandese per un tour fra Udine, Vicenza (dove i ballerini australi hanno presentato “Giselle”)e Roma, il 3 dicembre per la rassegna Tersicore: qui invece il programma è tutto contemporaneo. Una compagnia che ha ottenuto parole di lode da parte della critica inglese che li ha visti prima dell’arrivo in Italia.

Storia di un disastro italiano (le turbolenze sindacali e la chiusura di MaggioDanza) e di un successo italiano: Ventriglia è stato scelto fra settanta candidati alla direzione neozelandese.

Ormai è un anno che è alla direzione del RNZB. Primo bilancio?
«Fra la chiusura di Maggiodanza e il RNZB ho passato un anno sabbatico a guardarmi intorno e coreografare per esempio per i solisti del Bolshoj. Quindi è arrivata questa opportunità che mi è stata suggerita da Kathryn Bennets (ex danzatrice di William Forsythe e persona di fiducia del coreografo nel ricostruire i suoi balletti)».

Contento?
«Contentissimo. Mi chiamarono mentre ero a Mosca a provare, ho fatto le valigie e sono partito. È una compagnia fondata 60 anni fa, ha un repertorio misto. Abbiamo 38 ballerini e siamo l’unica istituzione di danza finanziata pubblicamente. Il 2015 era già programmato, ovviamente, il mio lavoro di scelte artistiche comincia dal 2016. Il Paese è bellissimo e poi dirigere una compagnia nazionale è diverso. Ha uno status speciale. Parlo direttamente con il ministro della Cultura che incontro ogni due o tre mesi. Il lavoro viene verificato ogni mese con il board del teatro. Ho un executive director che lavora al mio fianco e traduce in numeri per la parte finanziaria tutta la visione artistica. Ogni programma diventa una stagione: cioè ogni titolo debutta a Wellington, al Saint James Theater e poi va in tour in tutta la Nuova Zelanda, da Nord a Sud».

Budget?
«Molto ampio, c’è il governo che finanzia con diversi milioni di dollari e tantissimi sponsor privati, da Vodaphone che è il main sponsor a la BMW. Non ci sono dispersioni economiche dal punto di vista dei finanziamenti pubblici perché siamo l’unica compagnia di ballo del paese».

Piani artistici?
«Abbiamo fatto una stagione 2016 di transizione con alcune scelte, ma poi si passa alla programmazione di un triennio sino al 2019 in modo che consenta di fermare dei coreografi anche importanti e invitarli a creare per la compagnia, in questo modo potremo ridisegnare un nuovo volto alla compagnia».

Fra i nomi che spesso invitate c’è Javier De Frutos, il cui “Passing Cloud” che portate a Roma piace molto a pubblico e critica. Altri nomi?  
«Il programma per il 2016 si intitola “Speed of Light” e sono orgoglioso di portare per la prima volta nel paese “In the Middle Somewhat Elevated” di William Forsythe. Poi ci sarà Alexander Ekman di cui faremo per cominciare un titolo di grande successo “Cacti”. E ancora Andonis Foniadakis. In programma c’è anche un tour in Cina con il “Sogno di una notte di mezza estate” del giovane talentuosissimo inglese Liam Scarlett . E poi riprenderemo il mio “Mago di Oz” che avevo realizzato per Firenze ma non era mai andato in scena. Insomma si tratta di creare un nuovo repertorio che possa rendere la compagnia riconoscibile dal punto di vista internazionale».

Continuerete a fare anche il classico? 
«Sicuramente, è uno dei nostri compiti. Anche se con 38 ballerini non possiamo fare titoli impegnativi sul piano dei numeri. Ora dopo il tour europeo riproponiamo “Giselle”».

Dal punto di vista della formazione come vi muovete?
«C’è una scuola ufficiale della compagnia. Ho Intensificato la relazione fra scuola e compagnia. Io e i miei maitre insegniamo nella scuola, il lavoro spesso è comune. Io arrivo dalla tradizione della Scala quindi sono convinto che la scuola sia importantissima per la compagnia».

 Parliamo di sindacati, visto che a Firenze sono stati uno dei motivi per cui lei ha deciso di dare le dimissioni.
«C’è una Union che incontro una volta all’anno si discute, si decidono le regole per l’anno successivo e stop. Nessun problema di scioperi. Alla fine di ogni tournée c’è una riunione con la compagnia in cui si analizzano eventuali problemi».

Orari di lavoro?
«Dalle 9,30 del mattino alle sei del pomeriggio. Nei giorni in cui c’è spettacolo si attacca all’una e si fa un filato dello spettacolo».

Che cosa si porta dietro dell’esperienza fiorentina finita drammaticamente con uno sciopero che costrinse Sylvie Guillem a non ballare e successivamente portò alla chiusura della compagnia?
«Mi porto Firenze nel cuore, ho imparato tantissimo. Quando ho lasciato Firenze ho lasciato una compagnia estremamente viva: in scena c’erano “I quattro temperamenti” di Balanchine, , Sylvie Guillem con tre ragazzi che facevano “Step Text” di Forsythe, c’era Kylian, Preljocaj. Un repertorio molto bello per una compagnia italiana. I ballerini erano molto bravi ora si sono tutti sistemati, chi all’estero come Alessandro Riga che è principal a Madrid chi all’Opera di Roma voluti dalla direttrice Eleonora Abbagnato».

L’Italia le manca?
«Tantissimo. Certo che sogno di tornare in Italia. Ma per ora ho un contratto di quattro anni e lì sto imparando molto».

Magari alla direzione del ballo della Scala?
«Magari. Rimane nel cuore la mia casa».

Sergio Trombetta, La Stampa, 26 novembre 2015

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito alle agenzie pubblicitarie, agli istituti che eseguono analisi dei dati web e ai social media nostri partner. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi